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Le multinazionali controllano gli alimenti in Africa traendo vantaggio dall'aumento dei prezzi
Le multinazionali controllano gli alimenti in Africa traendo vantaggio dall'aumento dei prezzi
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il Corno d'Africa sta vivendo l'insicurezza alimentare più "catastrofica" degli ultimi decenni, con oltre 37... 04.03.2023, Sputnik Italia
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Negli ultimi anni, i prezzi del cibo in diversi paesi africani sono saliti a livelli senza precedenti, principalmente per la mancanza di informazioni trasparenti da parte delle aziende alimentari che hanno monopolizzato il mercato e forzato le importazioni sugli africani, ha rivelato un rapporto intitolato "Food Injustice 2020-2022".Il rapporto, pubblicato questa settimana, sottolinea come molte persone in tutto il mondo, in particolare in Africa, "rimangono strutturalmente vulnerabili" in termini di sicurezza alimentare.In Kenya, i prezzi del cibo sono saliti alle stelle di oltre il 650% dal 2008 al 2022.Greenpeace ha affermato che questo è un risultato diretto del sistema alimentare globale che spinge i paesi africani a importare cibo, anche se potrebbero invece produrre e beneficiare di una percentuale maggiore del proprio cibo.Il rapporto ha rivelato che un gruppo di multinazionali dell'agrobusiness nei settori del grano, dei fertilizzanti, della carne e dei latticini controlla la catena alimentare e "usa il proprio potere per fornire profitti oltraggiosi ai propri azionisti mentre milioni di persone muoiono di fame".È stato osservato che negli ultimi due anni due gravi fatti, la pandemia di Covid-19 e la crisi militare in corso in Ucraina, hanno interrotto le catene di approvvigionamento alimentare globale e causato carenze alimentari in molte parti del mondo.Allo stesso tempo, in questo periodo in cui diverse nazioni stanno affrontando l'insicurezza alimentare, 20 multinazionali del settore del cibo e della nutrizione hanno rilasciato agli azionisti ben 53,5 miliardi di dollari, sottolinea il rapporto.Con un dato: i loro profitti sono ancora in aumento.Nel frattempo, a dicembre dello scorso anno, le Nazioni Unite hanno stimato che "è necessario un record di 51,5 miliardi di dollari per aiutare 230 milioni delle persone più vulnerabili del mondo", in quasi 70 Paesi, nel 2023.Dal rapporto si evince però come, a coprire questo disavanzo, bastava la stessa quantità di denaro distribuita agli azionisti.
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Le multinazionali controllano gli alimenti in Africa traendo vantaggio dall'aumento dei prezzi
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Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il Corno d'Africa sta vivendo l'insicurezza alimentare più "catastrofica" degli ultimi decenni, con oltre 37 milioni di persone che soffrono la fame acuta, mentre circa sette milioni di bambini sotto i cinque anni sono gravemente malnutriti nella regione.
Negli ultimi anni, i prezzi del cibo in diversi paesi africani sono saliti a livelli senza precedenti, principalmente per la mancanza di informazioni trasparenti da parte delle aziende alimentari che hanno monopolizzato il mercato e forzato le importazioni sugli africani, ha rivelato un rapporto intitolato "Food Injustice 2020-2022".
Il rapporto, pubblicato questa settimana, sottolinea come molte persone in tutto il mondo, in particolare in Africa, "rimangono strutturalmente vulnerabili" in termini di sicurezza alimentare.
In Kenya, i prezzi del cibo sono saliti alle stelle di oltre il 650% dal 2008 al 2022.
Greenpeace ha affermato che questo è un risultato diretto del sistema alimentare globale che spinge i paesi africani a importare cibo, anche se potrebbero invece produrre e beneficiare di una percentuale maggiore del proprio cibo.
Il rapporto ha rivelato che un gruppo di multinazionali dell'agrobusiness nei settori del grano, dei fertilizzanti, della carne e dei latticini controlla la catena alimentare e "usa il proprio potere per fornire profitti oltraggiosi ai propri azionisti mentre milioni di persone muoiono di fame".
"Le catene di approvvigionamento che forniscono cibo sono sempre più controllate da un piccolo numero di grandi aziende. L'enorme influenza che queste aziende esercitano rende il sistema più vulnerabile agli shock che possono interrompere i processi essenziali, spezzare la catena e spingere le persone alla fame", si legge nel rapporto.
È stato osservato che negli ultimi due anni due gravi fatti, la pandemia di Covid-19 e la crisi militare in corso in Ucraina, hanno interrotto le catene di approvvigionamento alimentare globale e causato carenze alimentari in molte parti del mondo.
Allo stesso tempo, in questo periodo in cui diverse nazioni stanno affrontando l'insicurezza alimentare, 20 multinazionali del settore del cibo e della nutrizione hanno rilasciato agli azionisti ben 53,5 miliardi di dollari, sottolinea il rapporto.
Con un dato: i loro profitti sono ancora in aumento.
Nel frattempo, a dicembre dello scorso anno, le Nazioni Unite hanno stimato che "è necessario un record di 51,5 miliardi di dollari per aiutare 230 milioni delle persone più vulnerabili del mondo", in quasi 70 Paesi, nel 2023.
Dal rapporto si evince però come, a coprire questo disavanzo, bastava la stessa quantità di denaro distribuita agli azionisti.