Ministro Esteri palestinese: Blinken non è riuscito ad offrire una soluzione per il Medio Oriente
© Sputnik . Maksim Blinov / Accedi all'archivio mediaRiyad al-Maliki, Foreign Minister of the Palestinian National Authority

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/ Come parte del suo viaggio ufficiale nel Medio Oriente, il Segretario di Stato americano ha chiesto a Israele e Palestina di far diminuire le tensioni, ma ha poi lasciato la regione senza offrire alcuna misura concreta per risolvere la situazione.
Il capo della diplomazia degli Stati Uniti, Anotny Blinken, ha visitato Israele e la Cisgiordania il 30 e 31 gennaio, tra le crescenti tensioni tra i palestinesi e gli israeliani scaturite dal raid israeliano nella città cisgiordana di Jenin del 26 gennaio e le conseguenti sparatorie a Gerusalemme.
"Blinken ci ha detto di aver parlato con la parte Israeliana, ed è molto importante che entrambe le parti, gli israeliani e i palestinesi, prendano misure per far davvero diminuire le tensioni in questa situazione. Ma non sono state fatte proposte concrete. Se n'è andato la scorsa notte, l'incontro, senza alcuna misura concreta o accordo su qualcosa. Ciò significa che non vediamo nessuna prospettiva per questa situazione per diminuire le tensioni nei prossimi giorni", ha detto a Sputnik il ministro degli Esteri palestinese al-Maliki.
Questi ha fatto notare che gennaio è stato "un mese di sangue per i palestinesi", con 35 persone morte nel conflitto con Israele. Dopo i tragici eventi di Jenin, Blinken si è affrettato a recarsi nella regione e vedere se fosse possibile calmare le acque, ma non è riuscito a trovare una soluzione, ha sottolineato il ministro Riad al-Maliki.
Al-Maliki ha continuato, dicendo che Washington avrebbe dovuto parlare con gli israeliani, se avesse voluto risolvere la situazione ed evitari altri spargiemnti di sangue.
“Il massacro che ha avuto luogo a Jenin ha dimostrato cosa ci si deve aspettare dalla parte israeliana. È ovvio che gli americani siano venuti per capire se avessero davvero potuto intervenire per calmare la situazione. Gli abbiamo detto che avrebbero dovuto parlare con gli israeliani. Sono loro a fomentare le tensioni. Sia il nuovo governo israeliano che i nuovi ministri. Sono loro ad aver voluto un confronto. Sono loro ad aver voluto la morte dei palestinesi, la demolizione delle case palestinesi, eccetera... E così, se esiste un modo per diminuire le tensioni è quello che gli israeliani fermino le loro azioni unilaterali", ha affermato.
Le relazioni tra Israele e Palestina sono state difficili dalla fondazione di quest'ultima nel 1948. I palestinesi vogliono un riconoscimento diplomatico della loro indipendenza nei territori della Cisgiordania, tra cui Gerusalemme Est, parzialmente occupata da Israele, e la Striscia di Gaza. Il governo israeliano si rifiuta di riconoscere la Palestina come un'entità politica e diplomatica indipendente e costruisce insediamenti nelle aree occupate, nonostante le obiezioni delle Nazioni Unite.
Relazioni con la Russia
Al-Maliki ha anche fatto notare che, durante la visita, Blinken non ha fatto appello al governo palestinese, esigendo che Ramallah condanni la Russia e la sua operazione speciale in Ucraina.
"No, questa volta non ha parlato dell'Ucraina e della Russia. Sì, durante gli incontri precedenti l'ha fatto, questa volta no, perché credo sia giunto alla conclusione che non potrà ottenere una condanna da noi. Ha capito la nostra posizione, e che in futuro, chiedendo nuove posizioni dalla parte palestinese, non cambierà nulla. Quindi penso sia giunto a questa conclusione ed è per questo che ha evitato di mettersi in imbarazzo riproponendo di nuovo la questione questa volta", ha detto il ministro.
"Ma in generale la pressione su questo punto si sente. La settimana scorsa eravamo a Bruxelles con il Primo Ministro, dove abbiamo incontrato i 27 ministri degli Esteri europei. Alcuni di loro, non tutti, forse due o tre paesi hanno proposto la questione dell'Ucraina e della Russia. Ma ovviamente abbiamo nuovamente risposto con decisione e prontamente. E così hanno smesso di parlarne. Credo che siamo riusciti dal primissimo giorno a mettere in chiaro la nostra posizione. E penso che molti paesi abbiano capito che non potranno farci esprimere alcuna posizione che contraddica i nostri principi e la nostra tradizione nei rapporti con la Russia", ha aggiunto.
Al-Maliki ha fatto anche notare di aver in mente di fare un viaggio a Mosca nei prossimi due mesi, in risposta all'invito del suo omologo russo Sergey Lavrov.
"Il ministro Sergey Lavrov, durante una telefonata, mi ha invitato a Mosca e vedrò quando potrò effettuare questa visita. Mi fa sempre piacere incontrarlo e scambiare punti di vista e discutere di relazioni bilaterali, ma anche di relazioni regionali e internazionali. E così vedremo quando succederà. Ma sì, sto pensando di fare una visita a Mosca per incontrare il mio collega Sergey Lavrov, probabilemnte nei prossimi due mesi", ha detto al-Maliki.
Questi ha anche lasciato intendere che il presidente russo Vladimir Putin e il leader palestinese Mahmoud Abbas continueranno la loro serie di incontri annuali anche quest'anno, "quando giungerà il momento ed entrambi i leader sentiranno il bisogno di incontrarsi per scambiare opinioni."