Lavrov: "I piani degli Stati Uniti includono la soppressione economica dell'Europa"

© Sputnik . Russian Foreign Ministry Press Service / Accedi all'archivio mediaIl ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov - Sputnik Italia, 1920, 02.02.2023
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Nella sua intervista a Sputnik il ministro degli Esteri Sergey Lavrov parla dell'incoerenza delle azioni delle autorità ucraine e dei loro "curatori" occidentali, ma anche degli obiettivi dell'operazione speciale russa e delle relazioni di Mosca con i suoi alleati.
Il ministro degli Esteri Sergey Lavrov ha rilasciato una lunga intervista nel corso della quale ha toccato svariati temi dell'agenda diplomatica russa, in primis la situazione in Ucraina e l'operazione speciale russa.
Con l'occasione il ministro ha rilasciato numerose dichiarazioni circa il ruolo dell'Occidente e i tentativi di utilizzare l'Ucraina come "cuneo" in chiave anti-russa.
Ma anche sull'evidente piano di parte volto a riprodurre la situazione che vediamo oggi a Kiev in futuro in Moldavia, sempre per colpire la Russia.
Il ministro ha riportato l'attenzione sul fatto che non è vero che la Russia si rifiuti di negoziare, piuttosto la mancanza di dialogo è dettata, parafrasando, da parte degli alleati occidentali del regime di Kiev.
Di seguito le più importanti dichiarazioni rilasciate nel corso della giornata:

Sui negoziati

Circa un presunto rifiuto da parte della diplomazia russa di negoziare con le controparti, Lavrov sottolinea che si tratta di pura falsità:
"Nessuno [in Occidente] sta cercando di convincere Kiev della necessità di tornare ai negoziati con Mosca: Loro (i "colleghi occidentali", n.d.r) si sono rifiutati di negoziare, e hanno costretto il regime di Kiev a ritirarsi dal processo negoziale. E proprio nel momento in cui verso la fine, come sapete, c'era l'opportunità di 'finirla politicamente'. Ma a Kiev non è stato permesso. Da allora, nessuno ha nemmeno provato a convincere il regime di Kiev della necessità di negoziare".

"La diplomazia russa continuerà a promuovere attivamente la sua linea e chiarire la verità nell'arena internazionale".


"La nostra diplomazia ha cose da fare: spiegare costantemente e quotidianamente cosa sta succedendo, sfatare le bugie, in particolare le bugie che si sentono ora sul nostro rifiuto di negoziare".
"Nessuno negli Stati Uniti e in Europa cerca nemmeno di chiedersi se loro stessi hanno commesso degli errori":

"Putin ha spiegato in dettaglio gli obiettivi, le ragioni e l'inevitabilità della nostra operazione militare speciale. E lo ha fatto non solo all'improvviso, ma dopo 8 lunghi anni, anche più di 8 anni, a cominciare dal discorso di Monaco del 2007, tanti lunghi anni di spiegazioni all'Occidente sul fatto che stavano andando nella direzione sbagliata e minano tutto ciò che loro stessi si sono impegnati a realizzare, inclusa l'indivisibilità della sicurezza in Europa, la stessa natura della sicurezza in Europa, l'inaccettabilità di qualsiasi Paese di rafforzare la propria sicurezza a scapito della sicurezza di un altro Paese".

"Sono assolutamente per la pace. Sono per la pace. Non ricordo chi ha detto: 'Se vuoi la pace, preparati alla guerra'. Non condivido questa filosofia. Condivido un'idea che formulerei così: Se vuoi la pace, sii sempre pronto a difenderti".
Lavrov ha inoltre con l'occasione respinto ogni accusa circa sue presunte dichiarazioni sull'Olocausto in chiave riduttiva:
"Onoriamo sempre queste vittime e organizziamo eventi speciali. E invitiamo tutti coloro che in un modo o nell'altro sono stati coinvolti in quegli eventi storici", ha ricordato il ministro.
A settembre 2022, in una conferenza stampa a Mosca, Lavrov ha dichiarato che, proprio come Napoleone e Hitler, gli Stati Uniti avevano messo insieme una coalizione anti-russa e "per mezzo dell'Ucraina, per procura, stanno facendo la guerra contro il nostro Paese con la stessa compito - la soluzione finale della 'questione russa', così come Hitler voleva risolvere finalmente la questione ebraica".

Sull'operazione speciale e le operazioni sul campo

Parlando dei militari e del duro lavoro sul campo, il ministro ha detto:

"Il compito dei militari è fare il proprio lavoro, ridurre al minimo le perdite e non pensare a quando tutto finirà", sottolineando che gli stessi "sono spinti dal desiderio di svolgere il proprio lavoro in modo chiaro, rapido e senza perdite, o meglio, minimizzando le perdite".
Circa le tempistiche dell'operazione speciale, il ministro ha dichiarato che ciò che conta sono i risultati, la difesa dei cittadini che si sentono di fare parte della cultura russa, parafrasando, più che il fattore tempo, come traspare dalle stesse parole del ministro:

“Vogliamo tutti che tutto questo finisca, ma non è il fattore tempo che conta qui, qui è importante il fattore essenza, il fattore della qualità dei risultati che forniamo alla nostra gente, a quelle persone che vogliono rimanere parte della cultura Russia", aggiungendo che "tutti vogliono la fine della crisi in ucraina".
"La Russia sta cercando di spingere le forze armate ucraine a una distanza di sicurezza", ha dichiarato il ministro.
"Stiamo cercando di spostare l'artiglieria delle forze armate ucraine a una distanza che non costituisca una minaccia per i nostri territori, più armi a lungo raggio vengono fornite al regime di Kiev, più dovranno essere spostate lontano dai territori che sono il nostro Paese".
Il ministro sottolinea poi come la Russia non si sia rivolta ai partner della Comunità degli Stati Indipendenti nel quadro dell'Organizzazione del Trattato di Sicurezza collettiva CSTO, con una richiesta di assistenza in relazione all'operazione speciale in corso in Ucraina.

Sulle forniture di armi dall'Occidente

Rispondendo alla domanda se ci sia un'escalation alla luce delle forniture di armi occidentali, il ministro ha risposto affermativamente, dichiarando che la cosa è palese: "l'escalation del conflitto in Ucraina dall'Occidente è evidente".
E ancora:

"Tutti i tipi di armi che sono già stati parzialmente trasferiti, e soprattutto quelli che sono stati annunciati, secondo gli esperti, è impossibile per gli ucraini lavorare su questi sistemi, essere addestrati o aver completato alcuni corsi in 2 o 3 mesi. Ci sono sistemi, secondo gli specialisti, a cui non possono essere addestrati entro un tempo prevedibile, e se vengono consegnati, molto probabilmente, ciò avverrà insieme alle squadre di combattimento, a quanto pare saranno temporaneamente rilasciati in congedo dall'esercito e registrati come mercenari, presentando un certificato appropriato".

Su Scholz

Critica la posizione del ministro circa il cancelliere tedesco Olaf Scholz:
"Il cancelliere tedesco Scholz, che ha promesso di non inviare aerei in Ucraina, è noto per la sua capacità di cambiare posizione".
Di più.
Il ministro ha ricordato l'evolversi della situazione circa le forniture di armamenti all'Ucraina:
"Tutto è iniziato con degli elmetti per l'esercito ucraino, poi sono apparse le armi leggere, ora parlano di aeroplani. Scholz giura che questo non accadrà mai, ma Scholz è troppo noto per la sua capacità di cambiare posizione abbastanza velocemente (...) ha detto che la NATO non avrebbe mai combattuto contro la Russia, e il suo ministro degli Esteri, la (Ministro degli Esteri tedesco Annalena) Baerbock ha detto: sì, stiamo già combattendo contro la Russia".

Sui tentativi storici in chiave anti-Russia e il nazismo odierno

Il ministro vede nella Russia l'epicentro di una vera e propria lotta geopolitica mondiale, come traspare dalle sue stesse parole:
"Siamo al centro di una battaglia geopolitica. Non c'è bisogno di dubitarne. E quelli che risolvono problemi pratici in prima linea, stanno facendo la cosa più importante. Sono eroi e le imprese che compiono sono imprese anche nel nome del futuro dell'umanità, che permettono di impedire la creazione di condizioni per la completa egemonia degli Stati Uniti, che sono dichiarate nei loro documenti dottrinali".
Con una breve lezione di storia, a ricordare come nel corso delle vicessitudini mondiali, vi siano stati svariati tentativi di forzare i confini della Russia:

"Proprio come nel 1812, come nel 1941, coloro che volevano sottomettere il mondo riunirono la maggior parte del continente in quel momento per iniziare una guerra contro la Federazione Russa, non vedo molta differenza. Inoltre, durante la Grande Guerra Patriottica, la seconda guerra mondiale, l'ideologia nazista è stata usata contro di noi".

Con una domanda a conclusione del tema:

"Perché le persone si rifiutano di vedere l'ideologia nazista, che ora è alla base del regime di Kiev?"

"L'Occidente cerca di infliggere una tale sconfitta alla Russia in modo che non possa riprendersi per decenni, cos'è questo, se non un tentativo di risolvere la questione russa?".

Cita la Von der Leyen, a tal proposito:

"Ursula von der Leyen (...) ha affermato che il risultato della guerra dovrebbe essere la sconfitta della Russia, e una sconfitta tale che per decenni, per molti decenni, non è riuscita a ripristinare la sua economia. Questo non è razzismo, non nazismo, non un tentativo di risolvere la "questione russa"?

Sulla Polonia

Non dimentica di menzionare anche le aspirazioni di parte polacca, ricordando la storia di questo Paese europeo, e il suo rapporto storico con la Russia:
"La Polonia ha una storia difficile, dolorosa direi. Ambizioni non meno dolorose, non meno difficili, che dimostrano che le stesse élite, una certa parte delle élite, stiano ancora promuovendo tali piani espansionistici, i Tre Mari, continue frecciatine su cosa sia ora l'Ucraina occidentale. Beh, e la russofobia ", ha detto Lavrov.

Sulle politiche di espansione degli Stati Uniti

"Gli Stati Uniti hanno 'sottomesso' l'Unione Europea, privandola degli ultimi segni di indipendenza", dice il ministro, sottolineando che gli stessi si definiscono "democratici", ma per democrazia intendono "il loro diritto a imporre la loro comprensione della democrazia a tutti gli altri".

"Gli Stati Uniti continuano la tradizione coloniale di vivere a spese degli altri".

Sull'economia statunitense il ministro ha le idee ben chiare su come gli Stati Uniti utilizzino tatticamente in giro per il mondo quella che è definita come "esclusività":
"Tutti ora guardano con molta attenzione alle forme in cui questa esclusività si realizza - si realizza attraverso il desiderio di soggiogare tutti, per ottenere i prossimi benefici economici unilaterali al fine di prevenire una crisi, che potrebbe diventare molto grave nell'economia statunitense , sfruttando gli altri".
Sempre su questo tema, il ministro ha scherzato circa la tendenza di parte occidentale al relazionarsi con il concetto di "uguaglianza sovrana degli Stati":

"Questa è l'uguaglianza sovrana degli Stati, se qualcuno scopre il rispetto per questo principio in qualsiasi azione dei nostri colleghi occidentali sono pronto a nominare questa persona per il Premio Nobel per la pace".

Ma è sull'aspetto più prettamente economico e finanziario che il ministro ha voluto qui porre l'accento, sottolineando come dalla globalizzazione sia emerso un nuovo quadro, che ha perso molti dei connotati positivi dello stesso processo, con uno sguardo particolare alla Cina.
La Cina, infatti, impiegherà molto tempo a creare quegli strumenti finanziari paralleli che possono proteggere il Paese Asiatico dall'arbitrarietà degli Stati Uniti in materia finanziaria, "in quanto principale gestore della valuta mondiale, del sistema finanziario e commerciale in questa fase".
Di ricente i Paesi dei Brics hanno proposto un uso maggiore delle proprie valute nazionali nei rispettivi scambi commerciali e addirittura il conio di una loro moneta di scambio, segno che l'egemonia del dollaro sia in una fase ormai discendente.
"I presidenti di Brasile e Argentina stanno già discutendo la possibilità di creare una propria valuta bilaterale, e poi sono andati anche oltre - hanno suggerito di pensare alla valuta per tutti gli stati dell'America Latina e dei Caraibi. Lula da Silva ha proposto di discuterne nell'ambito dei BRICS, questo non sarà più un approccio regionale, ma globale a cosa fare con la sfera monetaria e finanziaria in un ambiente in cui gli Stati Uniti con i loro dollari violano semplicemente ogni possibile decenza. Quindi questo processo è già iniziato".

Sulle sanzioni

Sulle sanzioni alla Russia il ministro sottolinea:
"L'Occidente non rispetta la neutralità dei Paesi in via di sviluppo e quasi quotidianamente fa pressione su coloro che non hanno ancora aderito alle sanzioni contro la Federazione Russa".
Prosegue sottolineando come le stesse mirino piuttosto a "sopprimere economicamente l'Europa", a tutto vantaggio degli Stati Uniti:
"Parallelamente, sopprimere economicamente l'Europa, non c'è dubbio che questo facesse parte dei piani di chi vive nella consapevolezza dell'esclusività del proprio Paese e della necessità di renderlo e lasciarlo sovrano in tutto il mondo. Non appena ora Macron, Scholz hanno iniziato a esprimere pubblicamente preoccupazione per le leggi che gli americani hanno adottato per combattere l'inflazione, che in realtà mirano a spostare la produzione negli Stati Uniti, e un tale processo è già in corso".

Sull'imminente anniversario dell'operazione speciale

Il ministro ha riferito delle preparazioni per una reazione in occasione dell'imminente anniversario dell'inizio dell'operazione speciale, per far sì che tale ricorrenza non si riduca a delle congreghe anti-russe in giro per il mondo.
"Stiamo anche preparando alcuni 'rapporti' di questo tipo su ciò che è accaduto durante quest'anno", ha affermato Lavrov, osservando che non si tratta solo delle informazioni precedentemente pubblicate sui programmi biologici militari statunitensi sul territorio dell'Ucraina e sul coinvolgimento degli Stati nelle esplosioni del Nord Stream.

Su Moldavia, Georgia e Asia Centrale

Il ministro prosegue sottolineando che l'Occidente "punta alla Moldavia", come prossimo Paese in chiave anti-russa: "l'Occidente ora 'guarda' alla Moldova per il ruolo di 'prossima Ucraina', il suo presidente Maia Sandu è pronto quasi a tutto".
Circa la carica stessa di presidente del Paese, Lavrov sottolinea come lo stesso abbia in realtà anche cittadinanza rumena.
"Il governo della Georgia, in risposta alla pressione senza precedenti dell'Occidente che chiede sanzioni contro la Russia, è guidato da interessi nazionali, l'Occidente vorrebbe trasformare la Georgia in un "agente irritante" per la Federazione Russa".
"Si può vedere quanto attivamente i nostri colleghi occidentali abbiano cercato di fare attecchire organizzazioni filoamericane, filoeuropee, filo-NATO e persino non governative".
"I tentativi dell'Occidente di stabilire la propria influenza in Asia centrale e mettere in discussione le relazioni amichevoli con la Russia non trovano alcuna risposta".
"Vediamo che i nostri amici (del CSI n.d.r.) capiscono, vedono bene quali obiettivi l'Occidente sta perseguendo nel nostro spazio comune e vogliono costruire meccanismi aggiuntivi, creare meccanismi aggiuntivi che assicureranno l'ulteriore sviluppo dei nostri piani di integrazione in tali forme, che non sono soggette all'influenza occidentale, che sono protette da influenze esterne illegali".

Sugli incidenti al Nord-Stream

Parlando degli incidenti al Nord Stream, il ministro parla di una vera e propria confessione da parte statunitense, commentando così le affermazioni del vice-Segretario di Stato americano Victoria Nuland:
"Le sue parole parlano della partecipazione diretta degli Stati Uniti all'attacco terroristico", sottolineando come si sia trattato in pratica di una "vera e propria confessione".

Su un patto teso da parte di Kiev alla Bielorussia

Lavrov definisce come completamente insensata la recente proposta di parte ucraina nei confronti della Bielorussia, sorta di "patto di non-aggressione reciproca", bollando il tentativo come del tutto divertente:
"Quello che ha fatto Kiev è, ovviamente, divertente, mostra la creatività dei leader del regime di Kiev. Sono persone capaci. Perché non è nemmeno una mossa a doppio senso. Come dichiarato da Alexander Lukashenko, ai bielorussi (Kiev) ha proposto di concludere un patto di non aggressione proprio nel momento in cui l'opposizione bielorussa viene alimentata, armata e autorizzata per il combattimento contro la Russia".

Sulla NATO

Il ministro ha dichiarato l'evidenza del fatto che l'intero blocco della NATO stia ormai combattendo palesemente contro la Russia, come si evince dalla sua dichiarazione sul tema, in calce:
"Sì, vediamo come l'intera NATO sta combattendo contro di noi (...) dire che l'alleanza non sta combattendo, ma sta solo fornendo armi, è ridicolo".

Sulla Cina

Nella lunga intervista il ministro non ha mancato di sottolineare la lunga amicizia che lega Russia e Cina, anche in campo militare:
"È già scritto nella nostra dichiarazione che, nonostante non stiamo creando un'alleanza militare, le nostre relazioni sono di qualità superiore a quelle di un'alleanza militare in senso classico. E non hanno né restrizioni né limiti, e non ci sono argomenti proibiti".
"Il lavoro dell'organo di risoluzione delle controversie dell'WTO è bloccato proprio perché la Cina sta battendo l'America nel proprio campo secondo le proprie regole e ha tutto il diritto di chiedere un risarcimento, che l'organo di risoluzione delle controversie dello stesso assegnerà sicuramente se gli Stati Uniti consentiranno a questo organo di lavorare".

Sull'invio di truppe del CSTO

Circa le truppe dell'Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva, l'alleanza militare creata nel 1992 dalle nazioni facente parti della Comunità degli Stati Indipendenti (Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Turkmenistan, Tagikistan e Uzbekistan e Russia) il ministro ha dichiarato che si prevede una modifica del loro status, tenuto conto del fatto che ad oggi le stesse debbano sottostare ad approvazione del Consiglio di sicurezza dell'Onu.
"La CSTO potrà inviare truppe senza l'approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, è in preparazione un corrispondente emendamento allo statuto dell'organizzazione", ha dichiarato il ministro.
"Su suggerimento del Kazakistan, stiamo apportando un'aggiunta a questo accordo, perché lo stesso afferma che le forze di mantenimento della pace della CSTO vengono schierate previo accordo e con l'approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite".
Il Direttore del ministero degli Esteri russo ha definito questa richiesta eccessiva, dal momento che la richiesta del governo legittimo di uno dei Paesi membri dell'organizzazione (della Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva dei Paesi della CSI, n.d.r.) è "abbastanza" per far entrare le forze di pace della CSTO, come è accaduto nel gennaio 2022 durante le rivolte in Kazakistan.
Circa poi un eventuale dispiegamento delle truppe in Armenia, il ministro ha detto:
"La proposta della Russia di schierare una missione CSTO in Armenia è ancora rilevante, se l'Armenia è ancora interessata, la missione può essere schierata entro uno o due giorni, ha detto giovedì il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.
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Tanti in conclusione i temi toccati dal ministro in questa lunga intervista, con particolare attenzione all'economia, in questa fase di grandi cambiamenti, e agli sviluppi politici mondiali, nel quadro di una grande spaccatura nei confronti dell'Occidente, con un occhio di riguardo all'alleanza dei Paesi del gruppo Brics, capaci di minare l'egemonia statunitense in campo monetario.
Il ministro ha concluso con un simpatico "fuori tema", quando ha risposto alla domanda su quale sia il suo whisky preferito, Lavrov ha risposto così: "Mi hanno dato, secondo me si chiama 'Praskoveyskoye' (un etichetta russa, n.d.r.) se non sbaglio (...) ma al primo posto metto una bottiglia di 'Kyrgyz Whisky' (un whisky khirgiso, n.d.r.).
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