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Mosca: il greggio russo continuerà ad essere richiesto sul mercato globale
Mosca: il greggio russo continuerà ad essere richiesto sul mercato globale
Il petrolio russo continuerà ad essere richiesto sui mercati internazionali, ha affermato il vice-primo ministro Alexandr Novak. 06.12.2022, Sputnik Italia
2022-12-06T15:08+0100
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"La Russia è il più grande fornitore di petrolio greggio ai mercati energetici internazionali (...) Il petrolio russo è sempre stato e continuerà ad essere richiesto. I meccanismi logistici, le catene (di approvvigionamento) cambieranno, ma non vediamo alcuna tragedia in questo", ha dichiarato il vice-primo ministro Aleksandr Novak ai giornalisti.Lo stesso ha sottolineato che le condizioni attuali sono più complicate che in passato, dato che costringono all'utilizzo di "nuovi strumenti, nuovi meccanismi assicurativi, di trasporto e di interazione tra le compagnie", ma che si stanno moltiplicando i vettori coinvolti nella distribuzione del greggio russo.Il Gruppo dei Sette (G7), composto da Canada, Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Giappone, Stati Uniti, nonché Unione Europea e Australia , ha rifiutato di acquistare il petrolio russo a un prezzo superiore a 60 dollari al barile, a partire dallo scorso 5 dicembre.La Russia ha già chiarito che "non accetterà questo tetto".Novak ha avvertito di una possibile carenza nel mercato e di un ulteriore aumento dei prezzi a seguito di questa decisione.Il funzionario inoltre non ha escluso tagli alla produzione dovuti alle restrizioni imposte."Non escludiamo se necessario periodi di minore produzione, in quanto oggi ci troviamo in una situazione incerta, con grande volatilità. Non credo siano volumi significativi, ma non lo escludiamo", ha concluso Novak.
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Mosca: il greggio russo continuerà ad essere richiesto sul mercato globale
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Il petrolio russo continuerà ad essere richiesto sui mercati internazionali, ha affermato il vice-primo ministro Alexandr Novak.
"La Russia è il più grande fornitore di petrolio greggio ai mercati energetici internazionali (...) Il petrolio russo è sempre stato e continuerà ad essere richiesto. I meccanismi logistici, le catene (di approvvigionamento) cambieranno, ma non vediamo alcuna tragedia in questo", ha dichiarato il vice-primo ministro Aleksandr Novak ai giornalisti.
Lo stesso ha sottolineato che le condizioni attuali sono più complicate che in passato, dato che costringono all'utilizzo di "nuovi strumenti, nuovi meccanismi assicurativi, di trasporto e di interazione tra le compagnie", ma che si stanno moltiplicando i vettori coinvolti nella distribuzione del greggio russo.
Il Gruppo dei Sette (G7), composto da Canada, Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Giappone, Stati Uniti, nonché Unione Europea e Australia , ha rifiutato di acquistare il petrolio russo a un prezzo superiore a 60 dollari al barile, a partire dallo scorso 5 dicembre.
La Russia ha già chiarito che "non accetterà questo tetto".
Novak ha avvertito di una possibile carenza nel mercato e di un ulteriore aumento dei prezzi a seguito di questa decisione.
"Commettono di nuovo un errore ponendo limiti con metodi che non sono di mercato. La cosa potrebbe infatti portare ad un taglio degli investimenti e alla futura scarsità di queste risorse, che a sua volta si tradurrà in un aumento dei prezzi più elevato", ha sottolineato il vice-ministro.
Il funzionario inoltre non ha escluso tagli alla produzione dovuti alle restrizioni imposte.
"Non escludiamo se necessario periodi di minore produzione, in quanto oggi ci troviamo in una situazione incerta, con grande volatilità. Non credo siano volumi significativi, ma non lo escludiamo", ha concluso Novak.