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Financial Times: difficile per l’Ue fare a meno del gas russo
Financial Times: difficile per l’Ue fare a meno del gas russo
Secondo l'inchiesta condotta dal Financial Times sara' molto difficile per l’Unione Europea fare a meno del gas russo senza subire un duro contraccolpo... 08.04.2022, Sputnik Italia
2022-04-08T15:17+0200
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L’Unione Europea importa circa il 30% del petrolio e il 40% del gas naturale che consuma della Russia e, secondo i dati forniti da Wood Mackenzie, gruppo globale di ricerca e consulenza nel settore dell'energia, Gazprom, da sola, produce circa 540 miliardi di metri cubi di gas l’anno più di quanto producono messe tutte assieme BP, Shell, Chevron, Exxon Mobil e Saudi Aramco.Un altro problema non indifferente relativo al gas e' quello che vede i Paesi esportatori privilegiare, ovviamente, il loro mercato interno dei consumi e solo in un secondo momento produrre il gas destinato alla vendita all’estero. Oltre a cio' bisognerebbe capire come far giungere a destinazione il gas naturale, per fare questo servono infatti gasdotti, la cui costruzione pero' puo' durare anche per molti anni, infine anche per il gas liquefatto, su cui gli Stati Uniti o il Qatar sembrano avere un buon potenziale di riserve, servono comunque infrastrutture e anche in questo caso anni di costruzione per gli impianti.I Paesi europei, stretti nella morsa delle pressioni USA, stato che da un lato esporta e dall'altro ha importazioni energetiche pressoche' pari a zero dalla Russia, si trovano a questo punto davanti a un bivio: o tagliare i consumi dell’industria o quelli delle famiglie.Secondo James Waddell, alla guida del team di ricerca sul gas della Energy Aspects, agenzia di consulenza indipendente per la ricerca sulle materie prime energetiche con sede a Londra, la scelta e' tra: "pesanti tagli al Pil e perdite di posti di lavoro" o "far congelare la gente in inverno”.
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Financial Times: difficile per l’Ue fare a meno del gas russo
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Secondo l'inchiesta condotta dal Financial Times sara' molto difficile per l’Unione Europea fare a meno del gas russo senza subire un duro contraccolpo economico.
L’Unione Europea importa circa il 30% del petrolio e il 40% del gas naturale che consuma della Russia e, secondo i dati forniti da Wood Mackenzie, gruppo globale di ricerca e consulenza nel settore dell'energia, Gazprom, da sola, produce circa 540 miliardi di metri cubi di gas l’anno più di quanto producono messe tutte assieme BP, Shell, Chevron, Exxon Mobil e Saudi Aramco.
“Una ricognizione presso i primi 10 produttori globali mostra quanto sarebbe difficile fare a meno del gas russo senza imporre drastici tagli ai consumi dell’industria, che farebbero di fatto crollare la crescita economica” afferma il Financial Times nel suo studio.
Un altro problema non indifferente relativo al gas e' quello che vede i Paesi esportatori privilegiare, ovviamente, il loro mercato interno dei consumi e solo in un secondo momento produrre il gas destinato alla vendita all’estero. Oltre a cio' bisognerebbe capire come far giungere a destinazione il gas naturale, per fare questo servono infatti gasdotti, la cui costruzione pero' puo' durare anche per molti anni, infine anche per il gas liquefatto, su cui gli Stati Uniti o il Qatar sembrano avere un buon potenziale di riserve, servono comunque infrastrutture e anche in questo caso anni di costruzione per gli impianti.
I Paesi europei, stretti nella morsa delle pressioni USA, stato che da un lato esporta e dall'altro ha importazioni energetiche pressoche' pari a zero dalla Russia, si trovano a questo punto davanti a un bivio: o tagliare i consumi dell’industria o quelli delle famiglie.
Secondo James Waddell, alla guida del team di ricerca sul gas della Energy Aspects, agenzia di consulenza indipendente per la ricerca sulle materie prime energetiche con sede a Londra, la scelta e' tra: "pesanti tagli al Pil e perdite di posti di lavoro" o "far congelare la gente in inverno”.