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Ucraina, Innaro: "Un azzardo parlare di isolamento della Russia"
Ucraina, Innaro: "Un azzardo parlare di isolamento della Russia"
Il corrispondente Rai ricorda che i paesi considerati da Mosca "non ostili" corrispondono a circa 4 miliardi di persone, pari al 60% della popolazione... 12.03.2022, Sputnik Italia
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La Russia non è così isolata dal mondo come si legge in questi giorni su molte testate italiane, continua ad avere importanti rapporti con grandi potenze mondiali, quali Cina, India, Pakistan e Turchia, fra le tante. Il capo dell'ufficio corrispondenza Rai a Mosca, Marc Innaro, lo ricorda in un'intervista ad Adnkronos, mettendo a fuoco un punto di vista che considera fattori non soltanto militari, ma globali.Secondo Innaro, si deve tener conto che la Russia ha seimila chilometri di frontiera in comune. Inoltre, "stiamo sempre parlando di gas e petrolio, ma attenzione, c'è il problema dei fertilizzanti, di cui la Russia è uno dei maggiori produttori al mondo - avverte - o quello dei cereali, se il prezzo dei cereali e del grano salta, ci sono paesi come l'Egitto che dipendono dal grano russo credo del 95%"."Parlare di isolamento della Russia, mi sembra francamente un po' azzardato. - prosegue - Chiudere Starbucks, Coca Cola, Pepsi, Twitter, Facebook, in Russia, non è così impattante. A parte che non sono stati chiusi tutti, molti sono rimasti aperti, ma il 'facebook' russo V-Kontakte, è molto più usato, Telegram sta avendo un escalation".Per il giornalista, insomma, "i russi hanno preso decisioni epocali di cui stiamo solo cominciando ad immaginare le enormi conseguenze. Prima o poi, questo è un paese con il quale immancabilmente dovremmo avere a che fare, come europei. Ma più andiamo avanti, più stanno riorientando in senso autarchico e orientale il loro sguardo. E questo fa parte dell'antica tradizione di questo Paese, che da sempre alterna lo sguardo da Est ad Ovest", ha concluso.
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Il corrispondente Rai ricorda che i paesi considerati da Mosca "non ostili" corrispondono a circa 4 miliardi di persone, pari al 60% della popolazione mondiale.
La Russia non è così isolata dal mondo come si legge in questi giorni su molte testate italiane, continua ad avere importanti rapporti con grandi potenze mondiali, quali Cina, India, Pakistan e Turchia, fra le tante. Il capo dell'ufficio corrispondenza Rai a Mosca, Marc Innaro, lo ricorda in un'intervista ad Adnkronos, mettendo a fuoco un punto di vista che considera fattori non soltanto militari, ma globali.
"Attenzione a considerare la Russia isolata dal mondo: basta guardare l'elenco dei paesi considerati 'ostili' - afferma - Non c'è né il centro America, né il sud America, nessuna nazione africana, la Cina, India, Pakistan, Egitto, mondo arabo, Turchia, Arabia Saudita, Israele, Mongolia, ex repubbliche sovietiche. Questo dovrebbe dirci qualcosa: facendo la somma, stiamo parlando di una popolazione che supera i 4 miliardi di persone, più del 60% del pianeta".
Secondo Innaro, si deve tener conto che la Russia ha seimila chilometri di frontiera in comune. Inoltre, "stiamo sempre parlando di gas e petrolio, ma attenzione, c'è il problema dei fertilizzanti, di cui la Russia è uno dei maggiori produttori al mondo - avverte - o quello dei cereali, se il prezzo dei cereali e del grano salta, ci sono paesi come l'Egitto che dipendono dal grano russo credo del 95%".
"Ci sono dunque dei fattori di ordine globale, non soltanto militare, che non vengono sufficientemente raccontati ma visti da qua assumono una valenza fondamentale", osserva Innaro.
"Parlare di isolamento della Russia, mi sembra francamente un po' azzardato. - prosegue - Chiudere Starbucks, Coca Cola, Pepsi, Twitter, Facebook, in Russia, non è così impattante. A parte che non sono stati chiusi tutti, molti sono rimasti aperti, ma il 'facebook' russo V-Kontakte, è molto più usato, Telegram sta avendo un escalation".
Per il giornalista, insomma, "i russi hanno preso decisioni epocali di cui stiamo solo cominciando ad immaginare le enormi conseguenze. Prima o poi, questo è un paese con il quale immancabilmente dovremmo avere a che fare, come europei. Ma più andiamo avanti, più stanno riorientando in senso autarchico e orientale il loro sguardo. E questo fa parte dell'antica tradizione di questo Paese, che da sempre alterna lo sguardo da Est ad Ovest", ha concluso.