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Covid, Iss: mortalità no-vax 15 volte più alta dei vaccinati con richiamo
Covid, Iss: mortalità no-vax 15 volte più alta dei vaccinati con richiamo
Il rapporto esteso dell'Iss indica una maggiore incidenza dei decessi tra chi non è vaccinato rispetto a chi ha ricevuto la terza dose o concluso il ciclo... 12.03.2022, Sputnik Italia
2022-03-12T13:33+0100
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L'Istituto superiore di sanità ha rilevato un tasso di mortalità Covid, standardizzato per età, quasi 15 volte più alto nei non vaccinati rispetto a chi ha ricevuto la dose di richiamo. È quanto emerge dal rapporto esteso dell'Iss Covid-19: sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale.Il monitoraggio è stato effettuato al periodo 14 gennaio - 13 febbraio su una popolazione dai 12 anni in su. I dati indicano un'incidenza di 96 decessi per 100mila abitanti fra i non vaccinati, contro 7 decessi per 100mila abitanti fra chi ha ricevuto la terza dose di vaccino anti-Covid.Il tasso di mortalità Covid standardizzato per età, relativo alla popolazione dai 12 anni in su, nel periodo 14 gennaio-13 febbraio, per i non vaccinati è "circa 15 volte più alto rispetto ai vaccinati con booster". È uno dei dati che emergono dal rapporto esteso dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Covid-19: sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale.Il tasso di mortalità standardizzato per età per i non vaccinati è circa 5 volte più alto rispetto a chi ha concluso il ciclo completo da 120 giorni o meno. Per questo gruppo si registrano 19 decessi per 100mila abitanti.Il monitoraggio settimanale sulla pandemia dell'Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute diffuso ieri rileva un aumento di contagi con un indice di trasmissibilità Rt a 0,84, sette giorni fa si attestava a 0,75. In aumento anche l'incidenza dei casi, che passa da 433 a 510 per 100mila abitanti.Nonostante l'aumento dei contagli, continua ad abbassarsi l'occupazione dei posti letto Covid negli ospedali. Il tasso di occupazione nazionale in terapia intensiva è al 5,5% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 10 marzo), in diminuzione rispetto al 6,6% della scorsa settimana (rilevazione al 3 marzo). In area medica è al 12,9%, rispetto al 14,7% della settimana precedente.
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Il rapporto esteso dell'Iss indica una maggiore incidenza dei decessi tra chi non è vaccinato rispetto a chi ha ricevuto la terza dose o concluso il ciclo completo di vaccinazine.
L'Istituto superiore di sanità ha rilevato un tasso di mortalità Covid, standardizzato per età, quasi 15 volte più alto nei non vaccinati rispetto a chi ha ricevuto la dose di richiamo. È quanto emerge dal rapporto esteso dell'Iss Covid-19: sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale.
Il monitoraggio è stato effettuato al periodo 14 gennaio - 13 febbraio su una popolazione dai 12 anni in su. I dati indicano un'incidenza di 96 decessi per 100mila abitanti fra i non vaccinati, contro 7 decessi per 100mila abitanti fra chi ha ricevuto la terza dose di vaccino anti-Covid.
Il tasso di mortalità Covid standardizzato per età, relativo alla popolazione dai 12 anni in su, nel periodo 14 gennaio-13 febbraio, per i non vaccinati è "circa 15 volte più alto rispetto ai vaccinati con booster". È uno dei dati che emergono dal rapporto esteso dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Covid-19: sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale.
Il tasso di mortalità standardizzato per età per i non vaccinati è circa 5 volte più alto rispetto a chi ha concluso il ciclo completo da 120 giorni o meno. Per questo gruppo si registrano 19 decessi per 100mila abitanti.
Il monitoraggio settimanale sulla pandemia dell'Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute diffuso ieri rileva un aumento di contagi con un indice di trasmissibilità Rt a 0,84, sette giorni fa si attestava a 0,75. In aumento anche l'incidenza dei casi, che passa da 433 a 510 per 100mila abitanti.
Nonostante l'aumento dei contagli, continua ad abbassarsi l'occupazione dei posti letto Covid negli ospedali. Il tasso di occupazione nazionale in terapia intensiva è al 5,5% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 10 marzo), in diminuzione rispetto al 6,6% della scorsa settimana (rilevazione al 3 marzo). In area medica è al 12,9%, rispetto al 14,7% della settimana precedente.