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Crescono gli occupati, ma preoccupa il dato sulle donne e sui giovani
Crescono gli occupati, ma preoccupa il dato sulle donne e sui giovani
Nella fascia 15-34 anni, oltre tre milioni non lavorano. A febbraio l’occupazione femminile ha perso 77mila unità, -0,8%, secondo i dati Istat. 04.03.2022, Sputnik Italia
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A febbraio 2022 si registrano 729mila occupati in più, rispetto allo stesso mese dello scorso anno. L’Istituto nazionale di statistica ha diffuso i dati sul mercato del lavoro in Italia, ancora in ripresa dopo l’anno della pandemia.La fotografia mostra che sono cresciuti sia i posti di lavoro a termine, con un +11,5%, sia quelli indeterminati, +2,8%.Complessivamente, il tasso d'occupazione fa segnare un + 2,4% in 12 mesi, che significa il 59,2% di occupati, pari a 22,817 milioni, e che il tasso di disoccupazione scende all’8,8%, pari a 2,192 milioni di disoccupati, 326mila in meno rispetto ad un anno fa.Sicuramente dati positivi, a cui fanno, però, da contraltare elementi segnalati dall’Istat, tra cui il calo dell’occupazione femminile a febbraio e l’aumento della fascia di giovani che né studiano né lavorano: oltre tre milioni.Prospettive incerte sulle donneDa dicembre 2021 a febbraio 2022 l’Istat rileva 77mila posti in meno per le donne, -0,8%.Una tendenza diametralmente opposta a quella degli uomini, che nello stesso periodo hanno avuto 69mila occupati in più.Nonostante ciò, su base annuale resta positivo il dato del lavoro femminile, con un aumento di 354mila nuove occupate (+3,8%), contro i 375mila nuovi occupati uomini.I Neet che preoccupanoUn caso a parte, che fa sorgere timori, è quello dei cosiddetti "neet”, i “Not in Employment, Education or Training”, cioè giovani della fascia 15-34 anni che non studiano né lavorano: in Italia alla fine del 2020 erano oltre 3 milioni, di cui 1,7 donne.L’Italia, con il 25,1% di “neet”, è al quarto posto in Europa, dopo Turchia (33,6%), Montenegro (28,6%) e Macedonia (27,6%).A causa del possibile blocco di Sputnik, consigliamo ai lettori di iscriversi al nostro canale Telegram, dove pubblicheremo le ultime notizie.
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Crescono gli occupati, ma preoccupa il dato sulle donne e sui giovani
09:04 04.03.2022 (aggiornato: 09:40 04.03.2022)
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Nella fascia 15-34 anni, oltre tre milioni non lavorano. A febbraio l’occupazione femminile ha perso 77mila unità, -0,8%, secondo i dati Istat.
A febbraio 2022 si registrano 729mila occupati in più, rispetto allo stesso mese dello scorso anno. L’Istituto nazionale di statistica ha diffuso i dati sul mercato del lavoro in Italia, ancora in ripresa dopo l’anno della pandemia.
La fotografia mostra che sono cresciuti sia i posti di lavoro a termine, con un +11,5%, sia quelli indeterminati, +2,8%.
Complessivamente, il tasso d'occupazione fa segnare un + 2,4% in 12 mesi, che significa il 59,2% di occupati, pari a 22,817 milioni, e che il tasso di disoccupazione scende all’8,8%, pari a 2,192 milioni di disoccupati, 326mila in meno rispetto ad un anno fa.
Sicuramente dati positivi, a cui fanno, però, da contraltare elementi segnalati dall’Istat, tra cui il calo dell’occupazione femminile a febbraio e l’aumento della fascia di giovani che né studiano né lavorano: oltre tre milioni.
Prospettive incerte sulle donne
Da dicembre 2021 a febbraio 2022 l’Istat rileva 77mila posti in meno per le donne, -0,8%.
Una tendenza diametralmente opposta a quella degli uomini, che nello stesso periodo hanno avuto 69mila occupati in più.
La disoccupazione femminile è cresciuta dello 0,1%, pari al 50,3%, e l’inattività ha fatto segnare +0,4%.
Nonostante ciò, su base annuale resta positivo il dato del lavoro femminile, con un aumento di 354mila nuove occupate (+3,8%), contro i 375mila nuovi occupati uomini.
I Neet che preoccupano
Un caso a parte, che fa sorgere timori, è quello dei cosiddetti "neet”, i “Not in Employment, Education or Training”, cioè giovani della fascia 15-34 anni che non studiano né lavorano: in Italia alla fine del 2020 erano oltre 3 milioni, di cui 1,7 donne.
Un giovane su tre fra i 20 e i 24 anni non studia né lavora, mentre tra i 15 e i 19 anni uno su 10 è fuori dal mondo della scuola e del lavoro.
L’Italia, con il 25,1% di “neet”, è al quarto posto in Europa, dopo Turchia (33,6%), Montenegro (28,6%) e Macedonia (27,6%).
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