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Truffe assicurazioni, spaccaossa: 8 fermi e 23 indagati
Truffe assicurazioni, spaccaossa: 8 fermi e 23 indagati
Posti i sigilli sui beni mobili e immobili dei tre capi dell'organizzazione criminale, che conducevano un elevato tenore di vita sproporzionato rispetto ai... 01.03.2022, Sputnik Italia
2022-03-01T12:48+0100
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Mentre sono ancora in corso i processi con condanne in primo e secondo grado, a Palermo si è aperto un nuovo filone della truffa alle assicurazioni degli spaccaossa. Le forze di polizia del commissariato Brancaccio hanno fermato 8 persone e notificato 23 avvisi di garanzia.Gli indagati sono accusati a vario titolo di far parte di una presunta associazione criminale che simulava incidenti stradali per truffare le compagnie di assicurazione.Il copione degli incidenti era sempre lo stesso: le vittime denunciavano di essere state investite mentre giravano in bicicletta per le strade della città. In realtà, le fratture documentate erano state appositamente inferte al fine simulare il sinistro e riscuotere il premio.L'associazione criminale ha operato tra il 2017 e 2020, con un giro d'affari di svariati milioni di euro corrisposto dalle compagnie a titolo di risarcimento per gravi lesioni riportate.Il lavoro degli inquirenti ha portato alla luce le grosse disponibilità finanziarie dei tre capi dell'organizzazione, che godevano di un tenore di vita estremamente elevato grazie all'attività criminale.La sproporzione tra patrimoni riconducibili agli indagati e redditi dichiarati in relazione alle attività lavorative svolte ha portato al sequestro di beni immobili e mobili nelle loro disponibilità. I sigilli sono stati apposti su:Il materiale utile per le indagini è stato posto sotto sequestro durante l'attività di perquisizione, condotta dagli agenti del commissariato di Brancaccio assieme i colleghi del reparto prevenzione crimine Sicilia occidentale e nelle province di Novara, Torino e Varese.Diversi indagati sono risultati direttamente o indirettamente percettori del reddito di cittadinanza e segnalati al competente giudice per valutare la sospensione immediata del sussidio.A causa del possibile blocco di Sputnik, consigliamo ai lettori di iscriversi al nostro canale Telegram, dove pubblicheremo le ultime notizie.
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Posti i sigilli sui beni mobili e immobili dei tre capi dell'organizzazione criminale, che conducevano un elevato tenore di vita sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.
Mentre sono ancora in corso i processi con condanne in primo e secondo grado, a Palermo si è aperto un nuovo filone della truffa alle assicurazioni degli spaccaossa. Le forze di polizia del commissariato Brancaccio hanno fermato 8 persone e notificato 23 avvisi di garanzia.
Gli indagati sono accusati a vario titolo di far parte di una presunta associazione criminale che simulava incidenti stradali per truffare le compagnie di assicurazione.
Il copione degli incidenti era sempre lo stesso: le vittime denunciavano di essere state investite mentre giravano in bicicletta per le strade della città. In realtà, le fratture documentate erano state appositamente inferte al fine simulare il sinistro e riscuotere il premio.
L'associazione criminale ha operato tra il 2017 e 2020, con un giro d'affari di svariati milioni di euro corrisposto dalle compagnie a titolo di risarcimento per gravi lesioni riportate.
Il lavoro degli inquirenti ha portato alla luce le grosse disponibilità finanziarie dei tre capi dell'organizzazione, che godevano di un tenore di vita estremamente elevato grazie all'attività criminale.
La sproporzione tra patrimoni riconducibili agli indagati e redditi dichiarati in relazione alle attività lavorative svolte ha portato al sequestro di beni immobili e mobili nelle loro disponibilità. I sigilli sono stati apposti su:
1 autovettura Range Rover modello
Evoque,
un Mercedes
GLC e un'Audi.
Il materiale utile per le indagini è stato posto sotto sequestro durante l'attività di perquisizione, condotta dagli agenti del commissariato di Brancaccio assieme i colleghi del reparto prevenzione crimine Sicilia occidentale e nelle province di Novara, Torino e Varese.
Diversi indagati sono risultati direttamente o indirettamente percettori del reddito di cittadinanza e segnalati al competente giudice per valutare la sospensione immediata del sussidio.
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