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Nessuna limitazione ai canali di Telegram in Russia e Ucraina dopo proteste utenti
Nessuna limitazione ai canali di Telegram in Russia e Ucraina dopo proteste utenti
Pavel Durov aveva precedentemente ipotizzato che la misura sarebbe stata eventualmente introdotta durante il conflitto per "l'incapacità fisica" di valutare la... 27.02.2022, Sputnik Italia
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Pavel Durov, fondatore e portavce di Telegram, ha detto di aver cambiato idea e che sono venuti meno i piani di disattivare i canali di Telegram. In precedenza aveva affermato che "i canali di Telegram stanno diventando sempre più una fonte di informazioni non verificate relative agli eventi ucraini. Non abbiamo la capacità fisica di verificare l'autenticità di tutte le pubblicazioni dei canali", esortando nel contempo gli utenti di Russia e Ucraina "a diffidare di qualsiasi dato distribuito su Telegram in questo momento" e sottolineando come non volesse che Telegram venga "utilizzato come strumento che esacerba i conflitti e incita all'odio etnico". Pertanto aveva concluso dicendo che "valuteremo la possibilità di limitare parzialmente o completamente il funzionamento dei canali Telegram nei Paesi coinvolti per la durata del conflitto".
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Nessuna limitazione ai canali di Telegram in Russia e Ucraina dopo proteste utenti
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Pavel Durov aveva precedentemente ipotizzato che la misura sarebbe stata eventualmente introdotta durante il conflitto per "l'incapacità fisica" di valutare la veridicità delle informazioni.
Pavel Durov, fondatore e portavce di Telegram, ha detto di aver cambiato idea e che sono venuti meno i piani di disattivare i canali di Telegram.
"Molti utenti ci hanno chiesto di non considerare la chiusura dei canali Telegram per il periodo del conflitto, poiché per loro siamo l'unica fonte di informazioni. In relazione a questi appelli, abbiamo deciso di non prendere in considerazione tali misure. Tuttavia, ancora una volta vi chiedo di ricontrollare e di non dare fiducia ai dati che vengono pubblicati sui canali Telegram in questo periodo difficile", ha detto il fondatore della piattaforma.
In precedenza aveva affermato che "i canali di Telegram stanno diventando sempre più una fonte di informazioni non verificate relative agli eventi ucraini. Non abbiamo la capacità fisica di verificare l'autenticità di tutte le pubblicazioni dei canali", esortando nel contempo gli utenti di Russia e Ucraina "a diffidare di qualsiasi dato distribuito su Telegram in questo momento" e sottolineando come non volesse che Telegram venga "utilizzato come strumento che esacerba i conflitti e incita all'odio etnico".
Pertanto aveva concluso dicendo che "valuteremo la possibilità di limitare parzialmente o completamente il funzionamento dei canali Telegram nei Paesi coinvolti per la durata del conflitto".