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Referendum giustizia, il centrodestra punta all'election day
Referendum giustizia, il centrodestra punta all'election day
Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia spingono per l'election day sul referendum sulla giustizia. Meloni contraria a due quesiti.
2022-02-18T11:40+0100
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Il centrodestra prova a ripartire dal referendum sulla giustizia. Vanno in questo senso le parole pronunciate dal leader leghista Matteo Salvini. “Sono conquiste liberali, moderate, e sarebbe molto bello se il centrodestra ripartisse sulla spinta riformista di questi quesiti che si fondano sul merito e sulla modernità, bene se si ricreasse un centrodestra che guarda avanti”, ha detto a proposito del referendum sui cinque quesiti dichiarati ammissibili dalla Corte Costituzionale.Giorgia Meloni, già in tempi non sospetti, si era dichiarata contraria a due quesiti, e cioè la limitazione delle misure cautelari e l’abolizione della legge Severino. “Non ne votiamo due non perché non condividiamo il principio ma perché non condividiamo la soluzione. – ha detto ieri, ospite di Porta a Porta - Della custodia cautelare si è fatto un abuso incredibile ma non si può buttare il bambino con l'acqua sporca perché senza la custodia cautelare non possono tenere in galera gli autori di reati con maggiore allarme sociale, come ad esempio gli spacciatori”.“Ci sono centinaia di comuni che andranno al voto per le amministrative tra maggio e giugno, - ha detto Salvini - quindi se vogliamo risparmiare 200 milioni si può accorpare alla data delle elezioni amministrative”. Ma la questione, più che economica, è di opportunità politica.I quesiti su cui gli italiani si pronunceranno, come ricorda Il Messaggero, sono cinque: l’abrogazione della legge Severino, che prevede la decadenza dalla carica per i politici condannati in via definitiva; la riduzione dei reati per cui è consentita la carcerazione preventiva; la separazione delle carriere tra giudici e pm; la modifica delle procedure di elezione dei componenti del Csm, con la cancellazione della soglia minima di firme da raccogliere a sostegno dei magistrati candidati, e l’introduzione del voto degli avvocati componenti dei Consigli giudiziari sulle valutazioni di professionalità dei magistrati.Per Salvini sarà l’opportunità per fare una “rivoluzione pacifica”, a trent’anni da Tangentopoli. Il voto è previsto per la prossima primavera, ma potrebbe anche non tenersi, se prima della data in cui è prevista la consultazione il Parlamento dovesse abrogare le norme su cui gli elettori sono chiamati ad esprimersi. Questa strada è auspicata da alcune forze politiche, in primis il Pd.In quel caso, sarà l’ufficio centrale per il referendum ad annullare la votazione. Nel caso in cui venissero sciolte le Camere, invece, il referendum dovrebbe essere rinviato di un anno.
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Referendum giustizia, il centrodestra punta all'election day
11:40 18.02.2022 (aggiornato: 12:12 18.02.2022)
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Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia spingono per l'election day sul referendum sulla giustizia. Meloni contraria a due quesiti.
Il centrodestra prova a ripartire dal referendum sulla giustizia. Vanno in questo senso le parole
pronunciate dal leader leghista Matteo Salvini. “Sono conquiste liberali, moderate, e sarebbe molto bello se il centrodestra ripartisse sulla spinta riformista di questi quesiti che si fondano sul merito e sulla modernità, bene se si ricreasse un centrodestra che guarda avanti”, ha detto a proposito del referendum sui cinque quesiti dichiarati ammissibili dalla Corte Costituzionale.
Giorgia Meloni, già in tempi non sospetti, si era dichiarata contraria a due quesiti, e cioè la limitazione delle misure cautelari e l’abolizione della legge Severino.
“Non ne votiamo due non perché non condividiamo il principio ma perché non condividiamo la soluzione. – ha detto ieri, ospite di Porta a Porta - Della custodia cautelare si è fatto un abuso incredibile ma non si può buttare il bambino con l'acqua sporca perché senza la custodia cautelare non possono tenere in galera gli autori di reati con maggiore allarme sociale, come ad esempio gli spacciatori”.
Sia la leader di Fratelli d’Italia che quello della Lega, però, sono d’accordo sulla proposta di accorpare il voto referendario, che dovrà svolgersi di domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno, con le prossime amministrative. Dello stesso parere anche il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani.
“Ci sono centinaia di comuni che andranno al voto per le amministrative tra maggio e giugno, -
ha detto Salvini - quindi se vogliamo risparmiare 200 milioni si può accorpare alla data delle elezioni amministrative”. Ma la questione, più che economica, è di opportunità politica.
Con l’election day, infatti, sarebbe più facile raggiungere il quorum previsto nel caso dei referendum abrogativi per rendere valido il voto.
I quesiti su cui gli italiani si pronunceranno, come ricorda
Il Messaggero, sono cinque: l’abrogazione della legge Severino, che prevede la decadenza dalla carica per i politici condannati in via definitiva; la riduzione dei reati per cui è consentita la carcerazione preventiva; la separazione delle carriere tra giudici e pm; la modifica delle procedure di elezione dei componenti del Csm, con la cancellazione della soglia minima di firme da raccogliere a sostegno dei magistrati candidati, e l’introduzione del voto degli avvocati componenti dei Consigli giudiziari sulle valutazioni di professionalità dei magistrati.
Per Salvini sarà l’opportunità per fare una “rivoluzione pacifica”, a trent’anni da Tangentopoli. Il voto è previsto per la prossima primavera, ma potrebbe anche non tenersi, se prima della data in cui è prevista la consultazione il Parlamento dovesse abrogare le norme su cui gli elettori sono chiamati ad esprimersi. Questa strada è auspicata da alcune forze politiche, in primis il Pd.
In quel caso, sarà l’ufficio centrale per il referendum ad annullare la votazione. Nel caso in cui venissero sciolte le Camere, invece, il referendum dovrebbe essere rinviato di un anno.