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Caro energia, 1 agricoltore su 3 deve rinunciare ai raccolti
Caro energia, 1 agricoltore su 3 deve rinunciare ai raccolti
Lo afferma un'indagine della Coldiretti. C'è il rischio che aumenti la dipendenza dall'estero. 18.02.2022, Sputnik Italia
2022-02-18T16:08+0100
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Non sono confortanti i dati appena pubblicati da un'indagine della Coldiretti, insieme all'Istituto Ixe. A causa della crisi energetica, quasi un agricoltore italiano su 3 (il 30%) sarà costretto a ridurre la produzione del proprio raccolto.I dati parlano chiaro: è previsto un aumento fino al 50 % del prezzo del gasolio, necessario per operazioni come l'estirpatura o la semina. Inoltre, il prezzo dei concimi è aumentato del 143% e adesso l'urea è passata dal costare 350 euro a 850 euro per tonnellata. La produzione del grano costerà 400 euro ad ettaro in più. In generale la produzione vivrà un aumento dei costi insostenibile, compreso in termini di imbalallaggi e costo trasporti.Ieri, in Lombardia, sono scesi in piazza migliaia di agricoltori. "I forti rincari di tutte le materie prime stanno colpendo in modo duro e trasversale tutto il sistema agricolo", ha dichiarato il vicepresidente di Coldiretti Lombardia Paolo Carra: "Molti agricoltori stanno rinunciando alle concimazioni sui frumenti e questo si tradurrà in una raccolta più bassa".Gli agricoltori lombardi, responsabili del 46% della produzione di latte su base italiana, chiedono un concreto un aiuto coi fondi del Pnrr. Infatti, come ha specificato Carra, la riduzione della produzione nazionale dei raccolti potrebbe portare a una conseguenza non certo positiva per la nostra economia; la dipendenza dall'estero. È per questo che il presidente della Coldiretti, Ettore Prandi, ha messo al centro la necessità del Pnrr: "È fondamentale per affrontare le sfide della transizione energetica e digitale e noi siamo pronti per rendere l’agricoltura protagonista utilizzando al meglio gli oltre 6 miliardi di euro a disposizione per superare le fragilità presenti".
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Lo afferma un'indagine della Coldiretti. C'è il rischio che aumenti la dipendenza dall'estero.
Non sono confortanti i dati appena pubblicati da un'indagine della Coldiretti, insieme all'Istituto Ixe. A causa della crisi energetica, quasi un agricoltore italiano su 3 (il 30%) sarà costretto a ridurre la produzione del proprio raccolto.
I dati parlano chiaro: è previsto un aumento fino al 50 % del prezzo del gasolio, necessario per operazioni come l'estirpatura o la semina. Inoltre, il prezzo dei concimi è aumentato del 143% e adesso l'urea è passata dal costare 350 euro a 850 euro per tonnellata. La produzione del grano costerà 400 euro ad ettaro in più. In generale la produzione vivrà un aumento dei costi insostenibile, compreso in termini di imbalallaggi e costo trasporti.
Ieri, in Lombardia, sono scesi in piazza migliaia di agricoltori. "I forti rincari di tutte le materie prime stanno colpendo in modo duro e trasversale tutto il sistema agricolo", ha dichiarato il vicepresidente di Coldiretti Lombardia Paolo Carra: "Molti agricoltori stanno rinunciando alle concimazioni sui frumenti e questo si tradurrà in una raccolta più bassa".
Gli agricoltori lombardi, responsabili del 46% della produzione di latte su base italiana, chiedono un concreto un aiuto coi fondi del Pnrr.
"Abbiamo visto cos'è successo con il gas. Se lo immagina cosa potrebbe accadere se qualcuno decidesse di chiudere le forniture di generi alimentari?" ha concluso Carra.
Infatti, come ha specificato Carra, la riduzione della produzione nazionale dei raccolti potrebbe portare a una conseguenza non certo positiva per la nostra economia; la dipendenza dall'estero.
L’Italia attualmente importa il 64% del grano per il pane, il 49% della carne bovina e il 38% di quella suina. Inoltre, è importato il 16% del latte.
È per questo che il presidente della Coldiretti, Ettore Prandi, ha messo al centro la necessità del Pnrr:
"È fondamentale per affrontare le sfide della transizione energetica e digitale e noi siamo pronti per rendere l’agricoltura protagonista utilizzando al meglio gli oltre 6 miliardi di euro a disposizione per superare le fragilità presenti".