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Fine vita, l'Asur delle Marche dà l'ok al farmaco per il suicidio assistito di Mario
Fine vita, l'Asur delle Marche dà l'ok al farmaco per il suicidio assistito di Mario
Il Tiopentone sodico viene individuato come il medicinale "idoneo a garantire una morte rapida e indolore” dal gruppo tecnico multidisciplinare dell'Asur marchigiana che ha studiato il caso di Mario, camionista tetraplegico da oltre 10 anni, che ha ottenuto l'autorizzazione per il suicidio assistito.
2022-02-11T17:06+0100
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Il Gruppo tecnico multidisciplinare dell’Asur marchigiana ha dato il via libera all’utilizzo del Tiopentone sodico per il suicidio assistito di Mario, il camionista 43enne che lo scorso novembre aveva ottenuto l’autorizzazione per accedere ad un farmaco letale, in applicazione della sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale.Con l’individuazione del medicinale da somministrare, anche l’iter viene accelerato, mentre alla Camera, la prossima settimana, riprenderà la discussione sul disegno di legge sul suicidio assistito.In alternativa, nella relazione di 15 pagine che analizza il caso di Mario, viene indicato il Propofol, che però, sottolinea la commissione “mostra numerose criticità rispetto al Tiopentone”. “L’effetto letale del Propofol – si legge ancora nel documento - può essere raggiunto solo somministrando più flaconi in quantità complessivamente più elevata del Tiopentone e con necessità d'intervento di terzi”. Si tratterebbe, quindi, non più di suicidio assistito, ma di eutanasia vera e propria.Un’altra opzione individuata è quella della “sedazione palliativa profonda conseguente al rifiuto alle cure”. Una strada possibile, secondo i medici, ma “non rapida”. “In tale ipotesi – sottolineano quindi i componenti del gruppo tecnico - deve essere tenuta in considerazione la comprensibile ulteriore sofferenza che i familiari di Mario proverebbero nella prolungata attesa dell’evento morte del proprio congiunto”.A plaudere all’intervento dei tecnici dell’Asur delle Marche è l’Associazione Luca Coscioni, che ha assistito Mario nella sua battaglia legale iniziata 15 mesi fa.“Sarebbe ora grave – vanno avanti in una nota, citata dall’Ansa - se il Parlamento insistesse a voler approvare delle norme, come quelle in discussione alla Camera, che restringono, invece che ampliare, le regole già definite dalla Corte costituzionale”. L’appello, quindi, è quello “tenere il referendum sul fine vita".
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Il Tiopentone sodico viene individuato come medicinale "idoneo a garantire una morte rapida e indolore” dal gruppo tecnico multidisciplinare dell'Asur marchigiana, che ha studiato il caso di Mario, camionista tetraplegico da oltre 10 anni, che ha ottenuto l'autorizzazione per il suicidio assistito.
Il Gruppo tecnico multidisciplinare dell’Asur marchigiana ha dato il via libera all’utilizzo del Tiopentone sodico per il suicidio assistito di Mario, il camionista 43enne che lo scorso novembre
aveva ottenuto l’autorizzazione per accedere ad un farmaco letale, in applicazione della sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale.
Con l’individuazione del medicinale da somministrare, anche l’iter viene accelerato, mentre alla Camera, la prossima settimana, riprenderà la discussione sul disegno di legge sul suicidio assistito.
La sostanza con cui l’uomo, che da dieci anni è tetraplegico per colpa di un incidente, metterà fine alle proprie sofferenze è il Tiopentone sodico, che, secondo il documento citato dal Corriere Adriatico, “appare idoneo a garantire una morte rapida (minuti) e indolore”, dopo la “autosomministrazione mediante infusione endovenosa”.
In alternativa, nella relazione di 15 pagine che analizza il caso di Mario, viene indicato il Propofol, che però, sottolinea la commissione “mostra numerose criticità rispetto al Tiopentone”.
“L’effetto letale del Propofol – si legge ancora nel documento - può essere raggiunto solo somministrando più flaconi in quantità complessivamente più elevata del Tiopentone e con necessità d'intervento di terzi”. Si tratterebbe, quindi, non più di suicidio assistito, ma di eutanasia vera e propria.
Un’altra opzione individuata è quella della “sedazione palliativa profonda conseguente al rifiuto alle cure”. Una strada possibile, secondo i medici, ma “non rapida”. “In tale ipotesi – sottolineano quindi i componenti del gruppo tecnico - deve essere tenuta in considerazione la comprensibile ulteriore sofferenza che i familiari di Mario proverebbero nella prolungata attesa dell’evento morte del proprio congiunto”.
Il gruppo, però, vista “l’assenza di una normativa nazionale sul fine vita e la scarsa casistica”, preferisce non esprimersi su quale sia la morte “più dignitosa possibile tra quelle prese in esame”.
A plaudere all’intervento dei tecnici dell’Asur delle Marche è l’Associazione Luca Coscioni, che ha assistito Mario nella sua battaglia legale iniziata 15 mesi fa.
L’indicazione del medicinale e delle modalità con cui dovrà essere somministrato "crea finalmente un precedente", dichiarano Filomena Gallo, tra i legali di Mario e segretario nazionale dell'associazione, e il tesoriere Marco Cappato.
“Sarebbe ora grave – vanno avanti in una nota,
citata dall’Ansa - se il Parlamento insistesse a voler approvare delle norme, come quelle in discussione alla Camera, che restringono, invece che ampliare, le regole già definite dalla Corte costituzionale”. L’appello, quindi, è quello “tenere il referendum sul fine vita".