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Ipam: la deforestazione in Amazzonia ha raggiunto il +56,6% in 3 anni
Ipam: la deforestazione in Amazzonia ha raggiunto il +56,6% in 3 anni
La deforestazione dell’Amazonia procede a ritmi senza precedenti. Secondo l’Ipam, le azioni di protezione militare decise dal governo di Bolsonaro sono... 04.02.2022, Sputnik Italia
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L'Istituto di ricerca ambientale dell'Amazzonia (Ipam), ha pubblicato una ricerca sullo stato della deforestazione di terre pubbliche federali nell'Amazzonia brasiliana, riscontrando che è aumentata in media del +56,6% all'anno dall'inizio del governo del presidente Jair Bolsonaro.In particolare, nel triennio 2019-2021 sono stati distrutti 32.000 chilometri quadrati di aree pubbliche federali, equivalenti a 21 città di San Paolo, la megalopoli più grande del Brasile.Questi i calcoli fatti dall'organizzazione non governativa e pubblicati sul loro sito web e dai media della città di San Paolo.Il rapporto in questione si occupa solo di terre pubbliche federali, senza tener conto delle terre pubbliche e private statali, e si basa sul confronto dei dati satellitari raccolti dall'Istituto nazionale di ricerche spaziali (Inpe).Tra gli Stati più colpiti dal disboscamento ci sono Pará e Amazonas, dove si è osservato un controllo più limitato da parte di organismi d'ispezione, come l'Istituto brasiliano dell'ambiente (Ibama), che ha subito tagli di bilancio e la limitazione dei suoi poteri per sanzionare i responsabili di incendi e abbattimento di alberi, denuncia l’Ipam."Sin dal primo anno del governo Bolsonaro, in cui si verificò un'esplosione di roghi, la questione ha guadagnato grande attenzione internazionale", con denunce presentate da ong e governi in vari vertici, come accaduto l'anno scorso alla Cop26 di Glasgow, osserva il rapporto di Ipam.Di fronte alle critiche internazionali, sottolinea la ong, il governo ha stabilito che l'esercito assumesse funzioni che erano state precedentemente svolte da enti come l’Ibama. Ma “l'azione militare non ha dato risultati concreti, dato che c'è inefficienza nelle azioni, e la cosa più logica sarebbe che le forze armate fornissero assistenza solo agli agenti Ibama”, esorta l’Ipam.
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Ipam: la deforestazione in Amazzonia ha raggiunto il +56,6% in 3 anni
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La deforestazione dell’Amazonia procede a ritmi senza precedenti. Secondo l’Ipam, le azioni di protezione militare decise dal governo di Bolsonaro sono 'inefficaci'.
L'Istituto di ricerca ambientale dell'Amazzonia (Ipam), ha pubblicato una ricerca sullo stato della
deforestazione di terre pubbliche federali nell'Amazzonia brasiliana, riscontrando che è aumentata in media del +56,6% all'anno dall'inizio del governo del presidente Jair Bolsonaro.
In particolare, nel triennio 2019-2021 sono stati distrutti 32.000 chilometri quadrati di aree pubbliche federali, equivalenti a 21 città di San Paolo, la megalopoli più grande del Brasile.
Questi i calcoli fatti dall'organizzazione non governativa e
pubblicati sul loro sito web e dai media della città di San Paolo.
Il rapporto in questione si occupa solo di terre pubbliche federali, senza tener conto delle terre pubbliche e private statali, e si basa sul confronto dei dati satellitari raccolti dall'Istituto nazionale di ricerche spaziali (Inpe).
Tra gli Stati più colpiti dal disboscamento ci sono Pará e Amazonas, dove si è osservato un controllo più limitato da parte di organismi d'ispezione, come l'Istituto brasiliano dell'ambiente (Ibama), che ha subito tagli di bilancio e la limitazione dei suoi poteri per sanzionare i
responsabili di incendi e abbattimento di alberi, denuncia l’Ipam.
"Sin dal primo anno del governo Bolsonaro, in cui si verificò un'esplosione di roghi, la questione ha guadagnato grande attenzione internazionale", con denunce presentate da ong e governi in vari vertici, come accaduto l'anno scorso alla Cop26 di Glasgow, osserva il rapporto di Ipam.
Di fronte alle critiche internazionali, sottolinea la ong, il governo ha stabilito che l'esercito assumesse funzioni che erano state precedentemente svolte da enti come l’Ibama. Ma “l'azione militare non ha dato risultati concreti, dato che c'è inefficienza nelle azioni, e la cosa più logica sarebbe che le forze armate fornissero assistenza solo agli agenti Ibama”, esorta l’Ipam.