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Resa dei conti nel M5S, Di Maio e Conte ai ferri corti e si parla di espulsione
Resa dei conti nel M5S, Di Maio e Conte ai ferri corti e si parla di espulsione
Dopo il cortocircuito sui candidati per la presidenza della Repubblica all’interno del Movimento “dimaiani” e “contiani” sono pronti allo scontro e da una... 31.01.2022, Sputnik Italia
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Sanzioni, espulsione, sfiducia, correnti, rottura. Sono queste le parole che circolano nel Movimento 5 Stelle, lacerato dopo le frizioni emerse durante le trattative per l’elezione del presidente della Repubblica.A scontrarsi sono il leader Giuseppe Conte e l’ex capo politico e attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio.Lo scontro è iniziato dopo l’endorsement per Elisabetta Belloni da parte di Conte, attaccato pochi minuti dopo da Di Maio che ha criticato l’esposizione del capo del Dis.Adesso i due schieramenti sono arrivati alla resa dei conti, anche se buona parte dei parlamentari non ha ancora deciso con chi schierarsi.I timori di strappi e voto anticipatoI contiani temono che Di Maio voglia spaccare il M5S, spodestare Conte e riprendere la leadership. Dal canto loro, i dimaiani sospettano che l’ex premier voglia far cadere il governo e andare al voto anticipato portando con sé, in chiave anti-Di Maio, il volto storico di Alessandro Di Battista.Dalle file dei pentastellati vicini a Conte si parla di “espulsione” e “sanzioni” per Di Maio.E il fronte conta circa 80 parlamentari pronti a seguire Di Maio, insieme alla viceministra all’Economia Laura Castelli e all’ex ministro Vincenzo Spadafora.Mentre per Conte si schierano il capodelegazione al governo Stefano Patuanelli e l’ex reggente Vito Crimi.Il botta e rispostaIeri Conte è tornato sul tema: “Di Maio ha detto che ci vuole un chiarimento? L’ho detto prima io, un chiarimento ci sarà senz’altro”.Il ministro ha replicato a stretto giro: “Decisioni in cabina di regia? Non si è mai parlato di fare annunci roboanti su presunti accordi raggiunti con Pd e Lega, oggi smentiti anche dal segretario dem Letta. Non si provi a scaricare le responsabilità su altri”.
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Dopo il cortocircuito sui candidati per la presidenza della Repubblica all’interno del Movimento “dimaiani” e “contiani” sono pronti allo scontro e da una parte e dall’altra fioccano idee di scissioni e sfiduce. Torna alla ribalta Di Battista.
Sanzioni, espulsione, sfiducia, correnti, rottura. Sono queste le parole che circolano nel Movimento 5 Stelle, lacerato dopo le frizioni emerse durante le trattative per l’elezione del presidente della Repubblica.
A scontrarsi sono il leader Giuseppe Conte e l’ex capo politico e attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Lo scontro è iniziato dopo l’endorsement per Elisabetta Belloni da parte di Conte, attaccato pochi minuti dopo da Di Maio che ha criticato l’esposizione del capo del Dis.
L’affronto si è poi trasformato in botta e risposta dopo l’elezione del presidente Sergio Mattarella, quando Conte ha chiesto chiarimenti e Di Maio ha parlato di “fallimento” di alcune leadership.
Adesso i due schieramenti sono arrivati alla resa dei conti, anche se buona parte dei parlamentari non ha ancora deciso con chi schierarsi.
I timori di strappi e voto anticipato
I contiani temono che Di Maio voglia spaccare il M5S, spodestare Conte e riprendere la leadership. Dal canto loro, i dimaiani sospettano che l’ex premier voglia far cadere il governo e andare al voto anticipato portando con sé, in chiave anti-Di Maio, il volto storico di Alessandro Di Battista.
Dalle file dei pentastellati vicini a Conte si parla di “espulsione” e “sanzioni” per Di Maio.
Mentre i più vicini al ministro degli Esteri affermano che “la situazione è fuori controllo, serve un chiaro atto di sfiducia contro Conte e i suoi”.
E il fronte conta circa 80 parlamentari pronti a seguire Di Maio, insieme alla viceministra all’Economia Laura Castelli e all’ex ministro Vincenzo Spadafora.
Mentre per Conte si schierano il capodelegazione al governo Stefano Patuanelli e l’ex reggente Vito Crimi.
Il botta e risposta
Ieri Conte è tornato sul tema: “Di Maio ha detto che ci vuole un chiarimento? L’ho detto prima io, un chiarimento ci sarà senz’altro”.
“Se Di Maio ha delle posizioni le chiarirà, perché lui era in cabina di regia, come ministro l’ho fatto partecipare. Chiarirà i suoi comportamenti, ma non a Conte, agli iscritti”.
Il ministro ha replicato a stretto giro: “Decisioni in cabina di regia? Non si è mai parlato di fare annunci roboanti su presunti accordi raggiunti con Pd e Lega, oggi smentiti anche dal segretario dem Letta. Non si provi a scaricare le responsabilità su altri”.