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Quirinale, c'è la quarta fumata nera. Boom di voti per Mattarella
Quirinale, c'è la quarta fumata nera. Boom di voti per Mattarella
Il centrodestra si astiene, il Pd vota scheda bianca. Proseguono le trattative mentre si fa strada il nome di Elisabetta Belloni, a cui apre anche Fratelli d'Italia. Salgono i voti per Mattarella con 166 preferenze.
2022-01-27T15:53+0100
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2022-01-27T16:21+0100
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Si è chiuso con una nuova fumata nera lo spoglio della quarta votazione per l’elezione del presidente della Repubblica. Le operazioni si sono concluse più velocemente per via della decisione di astenersi del centrodestra.Italia Viva, però, con Maria Elena Boschi, citata dal Corriere, parla di “mancanza di rispetto”, visto che lo stesso Mattarella ha reso noto in più di un’occasione di non essere disponibile ad affrontare un secondo settennato.A collezionare 56 voti c’è Nino di Matteo, votato dagli ex grillini di Alternativa c'è al posto di Paolo Maddalena. Ci sono stati 8 voti per Luigi Manconi, 6 per la Cartabia, 5 per Draghi, 4 per Giuliano Amato, 3 per Casini e 2 per Elisabetta Belloni.I nomi in campo, da Belloni a DraghiSono questi ultimi i nomi su cui si ragiona in quella che dovrebbe essere l’ultima giornata di trattative febbrili prima del voto di domani, in cui si dovrebbe convergere su una candidatura condivisa.Proprio quella del capo dei servizi segreti è tra le candidature più trasversali. Oggi da Fratelli d'Italia lasciano trapelare che l'idea di mandare Belloni al Quirinale non dispiacerebbe neanche a Giorgia Meloni. Di Maio, che ha lavorato con lei al ministero degli Esteri stamattina dice "non bruciamola". Ma Matteo Renzi, citato dall'Ansa, frena: "Sono nomi tirati lì senza discussione politica". Tra gli scettici c'è chi osserva che due tecnici ai vertici dello Stato sono troppi e che il passaggio dagli uffici di Piazza Dante a quelli del Quirinale sarebbe poco democratico.Il nome dell'attuale presidente del Consiglio è sempre sullo sfondo, come quello del fondatore dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. Ma il centrista non convince buona parte del centrodestra. Del resto, fa notare Matteo Salvini, non è una candidatura di bandiera ma poco ci manca, visto che il suo nome è stato fatto a sinistra ed è stato eletto con il Pd. Tra le opzioni c'è anche quella del giudice Sabino Cassese, nome che però sarebbe inviso ai grillini. Come ricorda Il Giornale, infatti, più di una volta si scagliò contro l'ex premier Conte ed il metodo dei Dpcm.L'astensione del centrodestra e l'appello per la doppia votazione"Per consentire ai grandi elettori di tutti i gruppi di superare veti e contrapposizioni - e convergere per dare all'Italia un nuovo presidente della Repubblica - la coalizione ha deciso di dichiarare il proprio voto di astensione nel voto odierno. Il centrodestra è pronto a chiedere di procedere domani con la doppia votazione". Con queste parole Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia e centristi, spiegano il perché del rifiuto della scheda da parte dei propri grandi elettori. Non una "prova di forza", ha spiegato Salvini, come si legge sull'agenzia Ansa, ma un modo per "accelerare" e "arrivare ad un nome il prima possibile".L'iniziativa di oggi però non ha mancato di suscitare critiche. "Trovo irresponsabile questo atteggiamento del centrodestra di non partecipare al voto, non è all'altezza delle istituzioni ed è profondamente ingiusto verso i cittadini", ha attaccato Matteo Renzi, intervistato fuori da Montecitorio. "Speriamo che per domani si recuperi saggezza, - ha aggiunto - è finito il tempo delle bambinate". Vanno avanti le trattative tra i partitiIl leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, conferma la "disponibilità" ad incontrarsi ancora con il centrodestra. Gli occhi sono puntati sul famoso "conclave" per individuare una figura condivisa."Credo che ci siano le condizioni per fare quel passaggio necessario per condividere un nome autorevole e dare un Presidente della Repubblica al Paese", gli fa eco il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.
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Quirinale, c'è la quarta fumata nera. Boom di voti per Mattarella
15:53 27.01.2022 (aggiornato: 16:21 27.01.2022)
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Il centrodestra si astiene, il Pd vota scheda bianca. Proseguono le trattative mentre si fa strada il nome di Elisabetta Belloni, a cui apre anche Fratelli d'Italia. Salgono i voti per Mattarella con 166 preferenze.
Si è chiuso con una nuova fumata nera lo spoglio della quarta votazione per l’elezione del presidente della Repubblica. Le operazioni si sono concluse più velocemente per via della decisione di astenersi del centrodestra.
Sono stati 411, infatti, i parlamentari che si sono astenuti e 261 le schede bianche. Salgono invece a 166 i voti per il presidente uscente Sergio Mattarella. Cresce, quindi, il pressing di chi vorrebbe un bis dell’attuale capo dello Stato per conservare lo status quo istituzionale.
Italia Viva, però, con Maria Elena Boschi,
citata dal Corriere, parla di “mancanza di rispetto”, visto che lo stesso Mattarella ha reso noto in più di un’occasione di non essere disponibile ad affrontare un secondo settennato.
A collezionare 56 voti c’è Nino di Matteo, votato dagli ex grillini di Alternativa c'è al posto di Paolo Maddalena. Ci sono stati 8 voti per Luigi Manconi, 6 per la Cartabia, 5 per Draghi, 4 per Giuliano Amato, 3 per Casini e 2 per Elisabetta Belloni.
I nomi in campo, da Belloni a Draghi
Sono questi ultimi i nomi su cui si ragiona in quella che dovrebbe essere l’ultima giornata di trattative febbrili prima del voto di domani, in cui si dovrebbe convergere su una candidatura condivisa.
Proprio quella del capo dei
servizi segreti è tra le candidature più trasversali. Oggi da Fratelli d'Italia lasciano trapelare che l'idea di mandare Belloni al Quirinale non dispiacerebbe neanche a Giorgia Meloni. Di Maio, che ha lavorato con lei al ministero degli Esteri stamattina dice "non bruciamola". Ma Matteo Renzi, citato dall'Ansa, frena: "Sono nomi tirati lì senza discussione politica".
Tra gli scettici c'è chi osserva che due tecnici ai vertici dello Stato sono troppi e che il passaggio dagli uffici di Piazza Dante a quelli del Quirinale sarebbe poco democratico.
Il nome dell'attuale presidente del Consiglio è sempre sullo sfondo, come quello del fondatore dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. Ma il centrista non convince buona parte del centrodestra. Del resto, fa notare Matteo Salvini, non è una candidatura di bandiera ma poco ci manca, visto che il suo nome è stato fatto a sinistra ed è stato eletto con il Pd.
Tra le opzioni c'è anche quella del giudice Sabino Cassese, nome che però sarebbe inviso ai grillini. Come ricorda
Il Giornale, infatti, più di una volta si scagliò contro l'ex premier Conte ed il metodo dei Dpcm.
L'astensione del centrodestra e l'appello per la doppia votazione
"Per consentire ai grandi elettori di tutti i gruppi di superare veti e contrapposizioni - e convergere per dare all'Italia un nuovo presidente della Repubblica - la coalizione ha deciso di dichiarare il proprio voto di astensione nel voto odierno. Il centrodestra è pronto a chiedere di procedere domani con la doppia votazione".
Con queste parole Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia e centristi, spiegano il perché del rifiuto della scheda da parte dei propri grandi elettori. Non una "prova di forza", ha spiegato Salvini, come si legge
sull'agenzia Ansa, ma un modo per "accelerare" e "arrivare ad un nome il prima possibile".
I leader dei partiti della coalizione, che si riuniranno ancora alle 19, si dicono disponibili a "votare un nome di alto valore istituzionale".
L'iniziativa di oggi però non ha mancato di suscitare critiche. "Trovo irresponsabile questo atteggiamento del centrodestra di non partecipare al voto, non è all'altezza delle istituzioni ed è profondamente ingiusto verso i cittadini", ha attaccato Matteo Renzi,
intervistato fuori da Montecitorio. "Speriamo che per domani si recuperi saggezza, - ha aggiunto - è finito il tempo delle bambinate".
Vanno avanti le trattative tra i partiti
Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, conferma la "disponibilità" ad incontrarsi ancora con il centrodestra. Gli occhi sono puntati sul famoso "conclave" per individuare una figura condivisa.
Intanto da Lega e Pd arrivano segnali di distensione. "Ce la facciamo", ripete come un mantra Salvini
ai microfoni dei reporter fuori dalla Camera dei Deputati.
"Credo che ci siano le condizioni per fare quel passaggio necessario per condividere un nome autorevole e dare un Presidente della Repubblica al Paese", gli fa eco il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.