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Prostituta denuncia suoi aguzzini della mafia nigeriana Black Axe a Palermo: 4 arresti
Prostituta denuncia suoi aguzzini della mafia nigeriana Black Axe a Palermo: 4 arresti
Arrestati tra Palermo e Taranto quattro nigeriani, con l’accusa di tratta di persone, riduzione in schiavitù, sequestro di persona e sfruttamento della... 18.01.2022, Sputnik Italia
2022-01-18T12:58+0100
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Secondo le indagini della Polizia di Stato di Palermo, i quattro fanno parte della mafia nigeriana nota come Black Axe, che anche a Palermo sta approfittando dei “vuoti” lasciati dalle cosche mafiose autoctone.La sezione Criminalità straniera della polizia è partita dalla denuncia di una donna nigeriana. La donna, costretta a prostituirsi per ripagare un debito, è stata accompagnata da un pastore pentecostale in Commissariato per denunciare la violenza e per sottrarsi allo stato di schiavitù.La donna ha raccontato di avere subito le prime violenze nel suo paese di origine, ad opera di una organizzazione segreta ‘cultista’, riporta il Corriere del Mezzogiorno. Da quella condizione è partita per un lungo viaggio lungo la tratta delle persone, ed è giunta clandestinamente in Italia per essere poi avviata alla prostituzione a Palermo.L’organizzazione segreta di cui si fa riferimento è appunto la Black Axe. Prima di partire dal suo paese natio, la donna era stata sottoposta a rito vodoo, per costringerla a restituire 15mila euro, cioè la somma spesa dall’organizzazione criminale per condurla illegalmente in Italia.Il pastore pentecostale, anch’egli nigeriano, è stato minacciato di morte dai suoi connazionali per l’aiuto che offre alle donne ridotte in stato di schiavitù una volta giunte in Italia.
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Arrestati tra Palermo e Taranto quattro nigeriani, con l’accusa di tratta di persone, riduzione in schiavitù, sequestro di persona e sfruttamento della prostituzione.
Secondo le indagini della Polizia di Stato di Palermo, i quattro fanno parte della
mafia nigeriana nota come
Black Axe, che anche a Palermo sta approfittando dei “vuoti” lasciati dalle cosche mafiose autoctone.
La sezione Criminalità straniera della polizia è partita dalla denuncia di una donna nigeriana. La donna, costretta a prostituirsi per ripagare un debito, è stata accompagnata da un pastore pentecostale in Commissariato per denunciare la violenza e per sottrarsi allo stato di schiavitù.
La donna ha raccontato di avere subito le prime violenze nel suo paese di origine, ad opera di una organizzazione segreta ‘cultista’,
riporta il
Corriere del Mezzogiorno. Da quella condizione è partita per un lungo viaggio lungo la tratta delle persone, ed è giunta clandestinamente in Italia per essere poi
avviata alla prostituzione a Palermo.
L’organizzazione segreta di cui si fa riferimento è appunto la Black Axe. Prima di partire dal suo paese natio, la donna era stata sottoposta a rito vodoo, per costringerla a restituire 15mila euro, cioè la somma spesa dall’organizzazione criminale per condurla illegalmente in Italia.
Il pastore pentecostale, anch’egli nigeriano, è stato minacciato di morte dai suoi connazionali per l’aiuto che offre alle donne ridotte in stato di schiavitù una volta giunte in Italia.