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Corte europea condanna la Polonia a pagare una multa da 500mila € al giorno
Corte europea condanna la Polonia a pagare una multa da 500mila € al giorno
La multa è dovuta ad una vertenza legale sull'uso di un giacimento di carbone. 20.09.2021, Sputnik Italia
2021-09-20T20:53+0200
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2021-10-27T19:12+0200
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La Corte Ue in Lussemburgo ha condannato la Polonia a pagare 500mila euro al giorno fino alla fine dell'estrazione di carbone nella miniera di Turow. Secondo l'istanza, la sentenza dovrebbe costringere Varsavia a riconsiderare la propria posizione riguardo il funzionamento della miniera.La Repubblica Ceca aveva chiesto una sanzione pecuniaria più salata: cinque milioni di euro al giorno. A sua volta il governo polacco ha affermato che non chiuderà la miniera, dal momento che metterebbe a repentaglio la stabilità del sistema energetico nazionale, che, a loro avviso, potrebbe interessare l'intera Unione Europea. Le autorità polacche hanno sottolineato di voler risolvere diplomaticamente la controversia con la Repubblica Ceca, anche se la sentenza della giustizia Ue contraddice la suddetta linea. Si rileva che la centrale elettrica di Turow rappresenta fino al 7% della produzione energetica polacca, che viene fornita a ospedali, scuole, famiglie e imprese. Inoltre, fornisce calore alla città e al comune di Bogatynia, dove non esistono fonti alternative di riscaldamento.In precedenza su richiesta della Repubblica Ceca la Corte Ue ha ordinato alla parte polacca di interrompere immediatamente le attività lavorative in miniera durante l'analisi del caso. Praga protesta contro l'espansione della produzione, che potrebbe creare problemi con l'approvvigionamento idrico dei territori vicini, oltre a danneggiare l'ambiente. In risposta il premier polacco Mateusz Morawiecki ha affermato che il suo Paese non si conformerà a questa decisione, perché ha conseguenze molto negative dal punto di vista degli interessi nazionali.
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Corte europea condanna la Polonia a pagare una multa da 500mila € al giorno
20:53 20.09.2021 (aggiornato: 19:12 27.10.2021)
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La multa è dovuta ad una vertenza legale sull'uso di un giacimento di carbone.
La Corte Ue in Lussemburgo ha condannato la Polonia a pagare 500mila euro al giorno fino alla fine dell'estrazione di carbone nella miniera di Turow.
Secondo l'istanza, la sentenza dovrebbe costringere Varsavia a riconsiderare la propria posizione riguardo il funzionamento della miniera.
La Polonia è stata condannata a pagare un'ammenda dal momento della notifica fino all'esecuzione di un'ingiunzione del tribunale.
La Repubblica Ceca aveva chiesto una sanzione pecuniaria più salata: cinque milioni di euro al giorno. A sua volta il governo polacco ha affermato che non chiuderà la miniera, dal momento che metterebbe a repentaglio la stabilità del sistema energetico nazionale, che, a loro avviso, potrebbe interessare l'intera Unione Europea.
Le autorità polacche hanno sottolineato di voler risolvere diplomaticamente la controversia con la Repubblica Ceca, anche se la sentenza della giustizia Ue contraddice la suddetta linea.
"Nessuna decisione della Corte Ue può interferire con le questioni relative ai fondamenti della sicurezza degli Stati membri. La sicurezza energetica appartiene proprio a questo settore", afferma la nota di Varsavia.
Si rileva che la centrale elettrica di Turow rappresenta fino al 7% della produzione energetica polacca, che viene fornita a ospedali, scuole, famiglie e imprese. Inoltre, fornisce calore alla città e al comune di Bogatynia, dove non esistono fonti alternative di riscaldamento.
In precedenza su richiesta della Repubblica Ceca la Corte Ue ha ordinato alla parte polacca di interrompere immediatamente le attività lavorative in miniera durante l'analisi del caso. Praga protesta contro l'espansione della produzione, che potrebbe creare problemi con l'approvvigionamento idrico dei territori vicini, oltre a danneggiare l'ambiente. In risposta il premier polacco Mateusz Morawiecki ha affermato che il suo Paese non si conformerà a questa decisione, perché ha conseguenze molto negative dal punto di vista degli interessi nazionali.