— Sindaco, Venezia celebra l'anniversario storico in circostanze storiche. Come si sente la città che compie 1600 anni? In quali condizioni si trova adesso dopo tutti gli eventi degli ultimi due anni – l’acqua alta, la pandemia e la successiva crisi turistica?
— Venezia è una delle città italiane che, più di altre, sta pagando le ripercussioni della pandemia. Ci ha investito mentre ci stavamo riprendendo dalle ripercussioni dall’acqua alta del 12 novembre 2019. E’ da oltre 16 mesi che stiamo facendo i conti con una crisi che ha colpito tutti i settori economici della città. In primis, il turismo e la cultura, come i musei e i teatri, la ricettività, gli eventi, i concerti fino ad arrivare a gondolieri, tassisti, portabagagli, guide, ecc… e le persone che gravitano attorno a queste realtà.

— Quali eventi sono programmati per festeggiare l’anniversario della città? Durante la fase di preparazione avete pensato che la regione possa capitare nella zona rossa? Ci sono dei cambiamenti in programma dovuti a questo?
— Abbiamo costituito un Comitato per le Celebrazioni che sta già vagliando tutti i progetti che ci sono arrivati per ricordare questo importante traguardo della Città. Venezia, città del mondo, chiama tutti a raccolta. E là, dove il nostro Leone di San Marco è stato simbolo di un ideale di libertà e di progresso, Venezia tornerà a far parlare di sé. Partire dal passato per rinsaldare rapporti costruiti nei secoli: questo è il significato che ha oggi ricordarne i 1600 anni: una chiamata universale a tutti coloro che hanno la Città nel cuore.
Per ora l’appuntamento è per il 25 marzo con l’azabandiera in Piazza San Marco, la Messa in Basilica con il Patriarca, il suono di tutte le campane del Patriarcato alle ore 16 e un importante documentario sulla città trasmesso alle ore 18.30 da Raidue dove affascinanti immagini della Città saranno intervallate da brani d’opera eseguiti dall’orchestra della Fenice.
— Si diceva che l’estate scorsa è riuscita a dare un po’ di respiro all’economia della città. Secondo Lei, si può aspettare l’arrivo dei turisti quest’estate in quantità soddifacenti?
— Ce lo auguriamo. Una cosa è certa: noi stiamo continuamente lavorando perché tutto sia pronto non appena ci saranno le condizioni sanitarie per tornare ad accogliere tutti coloro che vogliono venire a visitare Venezia.
— Con Firenze avete presentato un decalogo di 10 proposte per il rilancio basato sulle città d’arte. Al Suo parere è possibile che lo stesso percorso sia adottato negli altri paesi?
- Il primo è dedicato alla salvaguardia della filiera del turismo e si compone di quattro proposte: sostegno economico per lavoratori ed aziende; incentivi per il turismo in Italia; attività, tour ed experience nelle mani dei professionisti e norma per le guide turistiche.
- Il secondo capitolo affronta il tema strategico dei trasporti e al riguardo vengono fatte due proposte: incremento del fondo nazionale per il Trasporto pubblico locale e sviluppo del settore del trasporto turistico pubblico non di linea.
- Nel terzo e ultimo capitolo si parla, invece, di residenzialità con quattro azioni per il rilancio: norme per gli appartamenti destinati agli affitti brevi; norme speciali per la limitazione delle attività commerciali o dei prodotti in libera vendita; norme per la tutela del decoro e la sicurezza urbana e sviluppo delle Smart control room per la gestione intelligente della città.
Siamo fiduciosi sul fatto che il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, e i rappresentanti degli altri dicasteri, intervengano su questi punti: sarebbe una svolta non solo per Venezia e Firenze ma per tutta l’Italia. Se poi le altre Città d’arte del mondo ci seguissero in questo progetto, avremo ancora più forza per far ripartire l’intera filiera.
— Qual è la Sua prognosi per la rinascità della città dopo la pandemia e il suo impatto drastico?
Per farla essere Città simbolo di soddisfazione e orgoglio per il Paese intero. Da Venezia si alza un messaggio di speranza: Venezia è viva! L’Italia è viva! Grazie di cuore a tutte le persone che amano Venezia e, soprattutto, a coloro che contribuiranno a rendere memorabile questo anno di celebrazioni.