Il ministro socialdemocratico per l'Immigrazione e l'integrazione Mattias Tesfaye ha definito la legge un passo importante nella "lotta contro i tentativi degli estremisti islamici di guadagnare terreno in Danimarca".
Con questo divieto, la Danimarca diventa il secondo paese in Europa dopo l'Austria a limitare le donazioni straniere alle moschee.
In una dichiarazione, Tesfaye ha sottolineato che ci sono forze estremiste che dall’estero "stanno cercando di rivoltare i nostri cittadini musulmani contro la Danimarca e quindi di dividere la nostra società".
Mattias Tesfaye non ha spiegato chi o cosa potrebbe finire nella lista dei divieti. Tuttavia, nella campagna elettorale del 2019, i socialdemocratici avevano dichiarato di voler fermare completamente i finanziamenti esteri provenienti da Stati che "non rispettano e non praticano la libertà religiosa". Arabia Saudita e il Qatar erano stati citati come esempi.
Negli ultimi anni, i media danesi hanno evidenziato che le moschee del paese ricevono milioni di finanziamenti stranieri, anche dal Medio Oriente.
Nel dibattito che circonda la decisione, i critici temono che la lista dei divieti possa essere apertamente influenzata dalla politica estera del paese e dalla situazione politica attuale. A meno che il governo non sia preparato a una crisi diplomatica, il divieto rischia di diventare un gesto principalmente simbolico, azzardano.
Allo stesso tempo, è stato sottolineato che molte moschee danesi sono sotto pressione finanziaria e stanno lottando per assumere un imam, il che potrebbe spronarle a ricevere donazioni dall'estero.
Secondo un rapporto del 2020, la Danimarca ospita oltre 250.000 musulmani (ovvero il 4,4% della popolazione).
Tuttavia, la cifra è aumentata costantemente negli ultimi decenni. Nel 1980, solo lo 0,6% della popolazione danese era musulmana.