Non accennano ad arrestarsi le proteste in Myanmar, in reazione al colpo di stato militare che ha portato alla destituzione del governo di Aung San Suu Kyi.
I dimostranti anche oggi sono scesi in piazza nella capitale del Paese, Yangon, ma anche a Myityina, la capitale dello Stato settentrionale di Kachin, e a Myeik, nel sud del Paese.
Protagonisti delle manifestazioni anche un gran numero di studenti, contro i quali le forze dell'ordine hanno sparato granate al gas lacrimogeno.
La situazione in Myanmar
Il Myanmar è teatro di proteste di massa contro il colpo di stato militare dall'arresto del consigliere di Stato Aung San Suu Kyi, del presidente Win Myint e di altri alti funzionari avvenuti ad inizio di questo mese.
Gli scontri tra polizia e manifestanti hanno già provocato almeno due morti e feriti, come la polizia ha riferito sparando sui manifestanti con colpi veri.
I militari hanno accusato il capo del governo deposto Aung San Suu Kyi e la sua Lega Nazionale per la Democrazia di frode elettorale e hanno promesso di tenere elezioni eque il prossimo anno.
All'inizio di questa settimana, inoltre, la leader birmana si è vista addebitare un altro capo di accusa direttamente preso dal codice penale dell'era coloniale del paese, il quale vieta la pubblicazione di informazioni che possono "causare paura o allarme".