Il presidente del Consiglio si è fiducioso che la situazione sia gestibile e che tutto possa essere risolto pacificamente.
"In primo luogo, c'è sempre il pericolo di scontri. Ma dobbiamo essere tutti d'accordo sul fatto che questo non dovrebbe accadere nella Repubblica di Armenia. La cosa più importante è che siamo tutti calmi. Non abbiamo nemici all'interno del Paese. Questo è il fatto più importante. Ma ci sono questioni che devono essere discusse ", ha detto Pashinyan.
Alla domanda a chi siano ora subordinate le forze armate armene, Pashinyan ha risposto։ "Prima di tutto al popolo".
"Non ci sono altre opzioni", ha detto Pashinyan.
Secondo il Primo ministro il pericolo di un colpo di Stato sarebbe "gestibile".
"Penso che questa sia una reazione emotiva. E non dovremmo essere severi con i nostri fratelli", ha concluso.
Ha anche affermato di aver firmato la decisione di rimuovere il capo di Stato maggiore Onik Gasparyan dal suo incarico. Tuttavia, il Presidente non ha ancora firmato il documento.
Tensioni dopo il Nagorno-Karabakh
Yerevan ha assistito regolarmente a proteste a partire dal 10 novembre, quando il Primo ministro e il presidente azero Ilham Aliyev hanno firmato l’accordo sul cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh, mediato dal presidente russo Vladimir Putin.
Quell'accordo ha posto fine al conflitto armato che si era riacceso alla fine di settembre ma in base alle condizioni sottoscritte, Baku riprendeva il controllo dei territori occupati dagli armeni prima dello scoppio delle ostilità, provocando una protesta pubblica in Armenia e venendo interpretato dalle forze più nazionaliste come una severa e inaccettabile sconfitta.