Il presidente del Consiglio Mario Draghi incassa la fiducia al Senato con 262 Sì, 40 No e 2 astenuti. Una maggioranza schiacciante per quello che si preannuncia un "governo di unità nazionale", nato per affrontare l'emergenza sanitaria, sociale ed economica, come ha sottolineato il premier nel discorso tenuto mercoledì mattina a Palazzo Madama.
Esulta Italia viva, rivendicando il proprio ruolo nella crisi che ha portato alla formazione del "governo di alto profilo".
"Siamo stati un drappello di visionari", sottolinea l'ex ministra Teresa Bellanova. Le fa eco il senatore siciliano Davide Faraone: "Presidente è lei il nostro Mes. Ecco perché noi di Italia viva non lo chiediamo più".

Anche gli azzurri di Forza Italia danno il benvenuto a Mario Draghi, ricordando di essere stati in prima linea nella richiesta di un governo di unità nazionale durante i giorni della crisi del governo Conte.
"Noi di FI ci sentiamo un po' nutrici del vostro governo, che è stato incoraggiato sin dall'inizio dal nostro presidente Berlusconi per uscire dalle secche dell'immobilismo della stagione precedente", afferma la senatrice Anna Maria Bernini nella sua dichiarazione di voto.

Una votazione che spacca il M5S
Nonostante il richiamo alla "responsabilità" e allo "spirito repubblicano" mosso da Mario Draghi, la larga maggioranza avuta dalla nuova squadra di governo non scalfisce il record ottenuto nel 2011 da Mario Monti e alcune forze politiche ne escono lacerate da profonde spaccature.
Ne esce diviso il M5S, con 15 senatori che votano contro la fiducia a Draghi. Tra i No annunciati quelli dell'ex ministro Barbara Lezzi e del presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra, oltre a quelli di Abate, Angrisani, Corrado, Crucioli, Di Micco, Giannuzzi, Granato, La Mura, Lannutti, Mantero, Mininno, Moronese e Ortis.

Vota a favore Danilo Toninelli che parlando a nome del fronte di chi ha votato No sulla piattaforma Rousseau, precisa che il loro non è un sì incondizionato.
"Chi le parla fa parte di quel 41% di iscritti al MoVimento 5 Stelle che ha votato contro un nostro appoggio al suo governo. Una votazione in cui ha vinto il Sì e da portavoce onorerò quel voto anche se la penso diversamente. Ma sia chiaro, la nostra non sarà una fiducia incondizionata. Bensì una fiducia ponderata sulle azioni che questo governo intraprenderà già a partire dai prossimi giorni", ha detto intervenendo in Aula.
Per Draghi quella con il moVimento si preannuncia una battaglia non facile, con il capogruppo Ettore Licheri che avvisa il nuovo premier: "Romperemo le scatole".
Votano contro la fiducia anche gli ex grillini Gianluigi Paragone, che citando Federico Caffè accusa Draghi di essere un "incappucciato della Finanza", Mario Giarrusso e Lello Ciampolillo.
La fiducia dal centrodestra
Diviso anche il centrodestra, con Fratelli d'Italia che ha votato contro la fiducia. Un sostegno solido, invece dalla Lega, che vota compatta a favore di Draghi.
"Noi ci siamo, la Lega c'è", ha assicurato Matteo Salvini nella sua dichiarazione di voto.

Il calendario di oggi
Alle 9 di giovedì 18 febbraio Mario Draghi si presenterà alla camera dei Deputati per chiedere la fiducia.
La discussione generale si svolgerà sino alle 12, quando i lavori si interromperanno per la sanificazione degli spazi, per poi riprendere dalle 13.30 alle 16.00.
La replica del premier è prevista per le 18.00 mentre la votazione slitta per le 20.