"Dall'Arabia Saudita il Rinascimento del futuro". Polemica sulla conferenza di Renzi a Riad

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Fa discutere la partecipazione (retribuita con 50mila euro) di Matteo Renzi al forum organizzato a Riad dal FII Institute saudita sugli investimenti post-pandemia. E sui social scoppia la polemica.

“Per me è un particolare privilegio discutere con lei del Rinascimento, perché io non sono soltanto un ex primo ministro, ma l’ex sindaco di Firenze, la città del Rinascimento, e il Rinascimento arrivò esattamente dopo la peste, dopo una pandemia”. Inizia così l’intervento del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, alla “Davos del deserto”, davanti al principe saudita Mohammad bin Salman, al quale ha riservato una serie di elogi.

“L’Arabia Saudita può diventare il luogo di un nuovo Rinascimento per il futuro”, ha aggiunto subito dopo l’ex primo ministro. Parole che fanno discutere, visto che, fa notare qualcuno, la monarchia del Golfo negli ultimi anni è salita spesso all'onore delle cronache per le frequenti violazioni dei diritti umani, dalla condizione delle donne, alle minoranze religiose, fino al brutale omicidio del giornalista del Washington Post, Jamal Khashoggi.

Ma cosa ci faceva Renzi a Riad mentre a Roma andavano avanti frenetiche le consultazioni per trovare una nuova maggioranza? Lo spiega il giornalista Emiliano Fittipaldi in un retroscena esclusivo pubblicato su Domani, rivelando come da qualche mese a questa parte Matteo Renzi sia entrato a far parte dell’advisory board del FII Institute, l’ente che si occupa di salute, sostenibilità, Intelligenza Artificiale e robotica, creato da Bin Salman, che organizza la Future investment iniziative, il summit andato in scena in questi giorni nella capitale saudita per attrarre capitali stranieri nel Paese.

Alla conferenza dedicata agli investimenti innovativi per la ripartenza dopo la pandemia, come si legge su Repubblica, sono intervenuti 150 relatori, tra cui il ceo di Goldman Sachs, David Solomon, e quello della Blackrock americana Larry Fink.

Il gettone di presenza per Matteo Renzi, stando a quanto scrive Fittipaldi sarebbe stato di almeno 50mila euro.

Sempre secondo il giornalista Renzi, sarebbe ospite fisso al FII Events dal 2017. Secondo fonti di Palazzo Madama, citate da Domani, il ruolo dell’ex premier italiano sarebbe quello di dare consigli ai sauditi su come usare la “cultura” per trasportare il Paese verso la modernizzazione. Il tema di quest’anno, non a caso, è il “Neo-Rinascimento”. A suggerirlo, secondo i bene informati, sarebbe stato proprio Renzi.

In passato il senatore di Scandicci era già intervenuto sul tema di un possibile conflitto di interessi tra la sua attività politica e la partecipazione retribuita a conferenze e meeting in tutto il mondo. A Corrado Formigli, che aveva posto la domanda, Renzi aveva risposto che il problema si sarebbe posto soltanto se avesse ricoperto un ruolo all’interno del governo.

Ma il suo faccia a faccia con Bin Salman ha scatenato una ridda di critiche in Italia e all’estero. “State scherzando? Matteo Renzi, davvero un fallimento politico, morale, umano. Ricordi Kashoggi?”, scrive su Twitter Ruth Ben-Ghiat, professoressa di storia e studi italiani alla New York University ed esperta di totalitarismi.

​A farle eco è il leader di Azione, Carlo Calenda: “Prendere soldi da governi di paesi stranieri mentre eserciti ancora un’attività politica è inaccettabile. E sono per primi i liberali a doverlo dire con nettezza. Si tratta di una cosa semplicemente immorale e pericolosa”.

“Con che credibilità Renzi potrebbe in futuro ricoprire il ruolo di Ministro degli Esteri o sedere nel Copasir o influenzare la politica estera dopo aver preso soldi personalmente dall’Arabia Saudita?”, continua l’ex ministro.

“Mi chiedo se sia normale che Matteo Renzi, leader di un partito che da settimane tiene in scacco l’Italia, si sia recato in questi giorni in Arabia Saudita (paese che viola i diritti umani a partire dalle donne e in cui vige la Sharia) per partecipare a una conferenza pagata”, critica anche l’editore Francesco Giubilei.

“Si deduce quanto potessero star a cuore i diritti umani e la sorte di Giulio Regeni a uno come Matteo Renzi quand'era premier, vedendolo ora seduto col principe Bin Salman a magnificare il "rinascimento" dell'ArabiaSaudita, regime sanguinario e oscurantista. Pelo sullo stomaco”, attacca ancora Gad Lerner.

Secondo i renziani però, quelli citati da Fittipaldi, l’erede al trono saudita è stato “centrale negli storici Accordi di Abramo” e l’Europa non può “trattarlo come un paria”.

E poi quello delle conferenze internazionali per Renzi, secondo il retroscena pubblicato su Domani, sarebbe diventato un vero e proprio lavoro fruttato negli ultimi due anni, compresi gli stipendi da parlamentare, quasi due milioni di euro.

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