Dalla Russia arrivano i piatti biodegradabili in canapa

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Queste stoviglie innocue per l’ambiente sono in grado di degradarsi completamente in un periodo compreso tra alcune settimane e 3 mesi.

Ad occuparsi della produzione di piatti biodegradabili in cellulosa di canapa troviamo la holding russa del settore agro-alimentare Konoplex che è leader per volume di superfici coltivate a canapa in Russia (pari nel complesso a 12.500 ettari).

Gli esperti russi del settore presso la piattaforma produttiva dislocata nella regione di Penza (nell’area centrale della Russia europea) si occupano della intensa lavorazione delle colture cosiddette liberiane (ossia canapa, lino, juta, kenaf, ecc.) in cellulosa e fibre con varie destinazioni d’uso. Per lo sviluppo delle strutture saranno investiti circa 2 miliardi di rubli. Si prevede che nel 2026 le strutture saranno in grado di produrre 4.000 tonnellate di cellulosa l’anno con la possibilità di estendere gradualmente questa capacità.

Stoviglie in canapa: sicure per l’uomo e per l’ambiente

“La tecnica di produzione delle fibre di canapa è analoga alla lavorazione del lino, ma ci sono alcuni vantaggi: la canapa è di più facile lavorazione rispetto al lino, non richiede il ricorso a ingenti quantità di prodotti chimici che si rende invece necessaria ad esempio con il cotone. Alla fine si ottiene una fibra molto simile nell’aspetto e per le sue caratteristiche alla fibra di lino. Ad esempio, i filati in canapa sono resistenti, leggeri e facili da trattare. I tessuti in fibra di canapa possono essere lavati in lavatrice, non perdono la loro consistenza, non si allungano, si ammorbidiscono lavaggio dopo lavaggio”, spiega nell’intervista rilasciata a Sputnik Alina Galperina, esperta di relazioni con il pubblico presso il gruppo Konoplex.

L’interesse manifestato dalla società russa nei confronti della produzione di stoviglie biodegradabili in canapa non è casuale. Si ritiene, infatti, che a differenza dei prodotti in plastica, le stoviglie realizzate a partire da una materia prima vegetale presentino diversi vantaggi.

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“Le stoviglie in canapa sono sicure per l’ambiente perché riescono a biodegradarsi completamente in un lasso di tempo compreso tra alcune settimane e 3 mesi. Questi oggetti possono essere sottoposti a temperature fra loro molto diverse: dalla conversazione degli alimenti in freezer fino al riscaldamento del cibo in microonde. Inoltre, questi prodotti sono di facile utilizzo perché resistenti e leggeri”, spiega Galperina.

Inoltre, si tratta di stoviglie non tossiche e, dunque, sicure per l’ambiente e per l’uomo. La loro produzione è rispettosa dell’ambiente perché non prevede l’emissione nell’atmosfera di composti nocivi e di gas serra.

“Durante il processo di coltivazione la canapa assorbe grandi quantità di CO2 “legando” il carbonio all’interno delle sue cellule e liberando nell’ambiente ossigeno. In questo modo, producendo materiali biocompositi a partire dalla canapa, l’industria per un periodo di tempo prolungato priva l’ambiente delle eccedenze di carbonio”, spiega Galperina.

Canapa e droghe: due mondi diversi

Sebbene l’espressione “stoviglie in canapa” possa generare qualche dubbio in alcune persone (infatti, la canapa è una pianta da cui si possono ottenere stupefacenti), secondo la rappresentante del gruppo Konoplex il consumatore non deve temere perché il suo organismo non avrà alcuna reazione indesiderata.

“La canapa industriale, o Cannabis sativa, è una pianta da cui non è possibile ottenere stupefacenti perché il suo contenuto di tetraidrocannabinolo è inferiore allo 0,1%, il che la rende assolutamente sicura e incapace di causare alcuna reazione indesiderata nell’organismo umano”, sottolinea Galperina.

Considerato che a partire dal primo gennaio 2021 in Unione europea entrerà in vigore il divieto all’utilizzo delle stoviglie in plastica monouso e di altri prodotti in plastica, le stoviglie biodegradabili in canapa potrebbero diventare una valida alternativa alla pastica. E il gruppo Konoplex è ben conscio di questo.

“Alla luce delle proprietà di cui sopra questa tipologia di stoviglie monouso non rientra nell’alveo delle restrizioni e viene annoverata tra i prodotti di esportazione”, precisa l’esperta.

Gli esperti russi del settore intendono altresì utilizzare la cellulosa ottenuta a partire dalle colture liberiane per la creazione di altri prodotti: nel settore sanitario il cotone idrofilo; mentre nell’industria edile le nitrolacche, i plastificanti, la carbossimetilcellulosa. 

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