Julian Assange non verrà estradato negli Stati Uniti. Lo ha deciso questa mattina la Corte penale britannica. Il fondatore di Wikileaks è ricercato dalla giustizia statunitense sotto accusa con 18 imputazioni per reati di cospirazione e spionaggio e rischia sino a 175 anni di carcere. Il verdetto della giudice Vanessa Baraitser, giunto dopo un anno e mezzo di processo, è stato accolto con entusiasmo dai sostenitori di Assange, radunati davanti al tribunale.
Cheers outside court from Julian Assange’s supporters as a Judge decides not to extradite him due to suicide risk pic.twitter.com/oMaKY2NRJi
— Phoebe Bowden (@PhoebeBowden) January 4, 2021
La corte ha ritenuto incompatibile l'estradizione con le condizioni di salute mentale di Julian Assange. Nella sentenza la Baraitser ritiene che i diritti alla libertà di parola non forniscono "una discrezione illimitata da parte di Assange per decidere cosa pubblicherà".
1/. COUNTDOWN TO JUSTICE/INJUSTICE - 10HRS
— Stefan Simanowitz (@StefSimanowitz) January 4, 2021
“The activities that #JulianAssange engaged in are activities that journalists engage in all the time. We wouldn’t have information without them” @JuliaHall18 @amnesty
#Assange will hear the verdict on his extradition to the US today https://t.co/QyobQHR0h4 pic.twitter.com/jc5TYRCwof
Tuttavia l'estradizione sarebbe troppo "oppressiva" per il fondatore di Wikileaks.
"Ho deciso che sarebbe ingiusto estradare il signor Assange", ha sentenziato la Baraitser.
Il rischio suicidio
Le accuse degli Usa
Assange, 49 anni, è accusato di 18 accuse di cospirazione per hackerare computer del governo degli Stati Uniti e la pubblicazione di documenti militari riservati, compreso un video di un attacco con elicottero Apache del 2007 a Baghdad in cui sono state uccise una dozzina di persone, tra cui due giornalisti Reuters.
La persecuzione giudiziaria di Julian Assange si interrompe quando il cyber-attivista riceve l'asilo politico dal governo ecuadoriano, al tempo guidato dal presidente progressista Rafael Correa, all'interno della sede dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra.
Il sostegno viene però a mancare dopo la svolta di Lenin Moreno, successore di Correa a Quito, che l'11 aprile 2019 revoca l'asilo politico ad Assange, immediatamente arrestato e condotto in carcere dalla polizia britannica in attesa del processo per l'estradizione, concluso oggi con la vittoria del fondatore di Wikileaks.