Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha appreso con grande soddisfazione dal premier Conte la notizia della liberazione dei 18 marittimi siciliani trattenuti a Bengasi, in Libia. In una nota ufficiale del Quirinale, il presidente ha espresso apprezzamento per l'impegno del Ministero degli Esteri e dei nostri Servizi di informazione e sicurezza, che hanno portato a conseguire questo esito positivo.
Il presidente della Sicilia Nello Musumeci ha definito la liberazione dei 18 marittimi "il più bel regalo di Natale".
"Soddisfazione e gioia per la doverosa liberazione dei 18 pescatori di Mazara del Vallo trattenuti in Libia da 108 giorni. Le istituzioni, tutte insieme, abbiamo lavorato per la soluzione di una vicenda che ha tenuto nell'angoscia le famiglie dell'intero equipaggio e la Sicilia tutta. Non poteva esserci miglior regalo di Natale. Questo conta di più di ogni altro discorso. Sul metodo seguito ci sarà tempo per parlarne", scrive Musumeci.
Durante il sequestro, il governo regionale ha provveduto all'inizio di dicembre a stanziare 100mila euro per le famiglie dei marittimi e 50mila euro come ristoro per i due armatori.
"Viva l'Italia", commenta Matteo Renzi con un tweet. "La liberazione dei pescatori italiani in Libia è una notizia bellissima. Questi connazionali potranno passare il Natale in famiglia. Invito tutte le forze politiche a non fare polemica e gioire insieme, almeno oggi", scrive.
"Finalmente liberi", scrive su twitter l'europarlamentare di Fratelli d'Italia Raffaele Fitto, pubblicando una foto di alcuni marittimi sul loro peschereccio.
FINALMENTE LIBERI!!!
— Raffaele Fitto (@RaffaeleFitto) December 17, 2020
La bella notizia è finalmente arrivata: sono liberi i 18 pescatori di #MazaraDelVallo sequestrati, da settembre, dall'esercito di #Haftar in #Libia.
Una lunga ed inspiegabile prigionia durata 106 giorni. Grande gioia per loro e i loro familiari. pic.twitter.com/6HdzN7bCOP
108 giorni a Bengasi
I 18 marittimi erano trattenuti da 108 giorni nel settore libico controllato dal Generale Khalifa Haftar, dopo il sequestro dei pescherecci Medinea e Antartide a circa 40 chilometri da Bengasi, il primo settembre.
Durante la permanenza nella città libica i marittimi sono rimasti sotto fermo in uno stabile dell'autorità locale. I famigliari e gli armatori dei due pescherecci, dopo la richiesta di aiuto del comandante del Medinea Pietro Marrone nell'unica telefonata alla madre, si sono recati a Roma per manifestare ad oltranza e chiedere un maggior impegno del governo nella liberazione dei loro cari. Diverse città siciliane hanno risposto all'appello con sit in e presidi per il rilascio immediato dei 18 marittimi di Mazara.