Dalla strada la città non si vede. Si vedono soltanto i tetti delle case sui quali spiccano le bandiere azere.
Questo centro abitato importante dal punto di vista strategico (infatti, da qui è possibile aprire direttamente il fuoco sulla capitale dell’Artsakh – questa è la denominazione armena del Nagorno Karabakh) è passato sotto il controllo totale dell’Azerbaigian il 9 novembre, il giorno prima che terminasse il conflitto. Shusha si erge proprio all’inizio della direttrice Stepanakert-Goris che a partire dal 25 novembre è stata l’unica strada a collegare l’Armina con l’Artsakh. La strada settentrionale che attraversa il Distretto di Kəlbəcər passerà sotto il controllo dell’Azerbaigian.
Il Corridoio di Lachin si trasforma dunque in un posto di blocco russo. I peacekeeper hanno occupato posizioni che si collocano al crocevia di 3 direttrici: verso sud si va a Stepanakert nell’Artsakh, verso sinistra c’è l’azera Shusha e a destra l’armena Goris. In una area così piccola è racchiuso l’intero significato della missione di peacekeeping: erigere un muro tra le parti in conflitto per interrompere lo spargimento di sangue.







