L'esercito di difesa dell'autoproclamata repubblica del Nagorno-Karabakh hanno reso noto di aver respinto, nel corso della notte passata, degli attacchi dell'esercito dell'Azerbaigian in direzione della città di Shushi.
"I distaccamenti dell'Esercito di difesa hanno combattuto in maniera molto efficace, infliggendo importante perdite di uomini e mezzi al nemico nelle zone orientale, meridionale e sudorientale del fronte. Il nemico ha subito gravissime perdite anche nella zona sudoccidentale del fronte, a Berdzor", si legge nella nota.
Stando a quanto riferito dalle autorità del Karabakh, i combattimenti starebbero continuando su tutte le linee del fronte a dispetto degli impegni relativi ad un cessate il fuoco da parte delle parti in conflitto:
"Le truppe [del Karabakh, ndr] controllano completamente la situazione operativa e tattica e stanno intraprendendo dei passi verso l'individuazione e la distruzione delle forze nemiche", si conclude nel comunicato delle forze armate dell'Artsakh.
Contestualmente, il Karabakh ha accusato Azerbaigian di nuovi bombardamenti sulla città di Stepanakert, circostanza questa che è stata smentita dal Ministero della Difesa di Baku.
Escalation nel Nagorno-Karabakh
I combattimenti sulla linea di contatto nel Nagorno-Karabakh sono iniziati il 27 settembre. Armenia e Azerbaigian si accusano a vicenda di aver riacceso il conflitto, il governo indipendentista filo-armeno della repubblica non riconosciuta denuncia bombardamenti di artiglieria delle forze azere su centri abitati, compresa la capitale Stepanakert. L'Armenia ha dichiarato la legge marziale e - per la prima volta - la mobilitazione generale, sostenendo che Ankara sostiene attivamente Baku. In Azerbaigian è stata invece introdotta una mobilitazione parziale.
I leader di Russia, Stati Uniti e Francia hanno invitato le parti opposte a porre fine agli scontri e ad impegnarsi ad avviare negoziati senza precondizioni. La Turchia ha dichiarato che fornirà all'Azerbaigian qualsiasi sostegno richiesto sullo sfondo di un altro aggravamento della situazione nel Nagorno-Karabakh.