"Con la Turchia, i mercenari terroristi internazionali e l'Azerbaigian", ha detto.
Il capo della diplomazia armena ha definito la comparsa guerriglieri mediorientali una sfida che minaccia gravi conseguenze. Ha inoltre osservato che i terroristi rappresentano una minaccia per l'intera regione e minacciano tutti i Paesi, non solo i vicini dell'Armenia.
Allo stesso tempo, ha affermato che, secondo Yerevan, Baku ha coinvolto gli islamisti nel conflitto.
In precedenza la portavoce ufficiale del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova aveva affermato che i combattenti del Medio Oriente venivano trasferiti in Nagorno-Karabakh e questa situazione innalzava il rischio di creazione di un'enclave terroristica nella regione transcaucasica.
Escalation nel Nagorno-Karabakh
I combattimenti sulla linea di contatto nel Nagorno-Karabakh sono iniziati il 27 settembre. Armenia e Azerbaigian si accusano a vicenda di aver riacceso il conflitto, il governo indipendentista filo-armeno della repubblica non riconosciuta denuncia bombardamenti di artiglieria delle forze azere su centri abitati, compresa la capitale Stepanakert. L'Armenia ha dichiarato la legge marziale e - per la prima volta - la mobilitazione generale, sostenendo che Ankara sostiene attivamente Baku. In Azerbaigian è stata invece introdotta una mobilitazione parziale.
I leader di Russia, Stati Uniti e Francia hanno invitato le parti opposte a porre fine agli scontri e ad impegnarsi ad avviare negoziati senza precondizioni. La Turchia ha dichiarato che fornirà all'Azerbaigian qualsiasi sostegno richiesto sullo sfondo di un altro aggravamento della situazione nel Nagorno-Karabakh.