Negli ultimi mesi gli italiani sono stati chiamati alla responsabilità per frenare la curva dei contagi da Coronavirus, ai professionisti che lavorano a contatto con i cittadini è stato chiesto di seguire determinate regole igienico-sanitarie. Baristi, ristoratori, gestori di palestre e piscine, tutti nonostante le difficoltà economiche si sono adattati alle nuove norme. Ora piscine e palestre si ritrovano chiuse, i bar e i ristoranti devono chiudere alle 18.00.
-Il nuovo dpcm prevede delle misure restrittive, come ad esempio la chiusura dei bar e dei ristornati alle 18.00. Professore Tarro, secondo lei queste misure sono sensate e possono realmente frenare la diffusione del Coronavirus?
-Non sono per niente sensate. Non c’è nessun motivo di chiudere alle ore 18, il virus non contagia da quell’ora in poi. Questa chiusura non ha un senso logico.
-Inoltre sono state chiuse le palestre e le piscine, fra i luoghi più sanificati in genere e soprattutto nei mesi di epidemia.
-Non vi è alcuna base scientifica per chiudere questi spazi. Sono luoghi dove circola meno il virus e dove c’è meno possibilità di contatto. Nelle piscine inoltre c’è il biossido di cloro che disinfetta tutto. Nelle palestre poi si faceva allenamento personale, non di squadra.
-Sembra che un lockdown sia inevitabile. In Francia è stato appena indetto un lockdown nazionale. Secondo lei è necessario in Italia?
In Italia abbiamo portato a 200 mila i tamponi giornalieri, di cui il 90% sono soggetti asintomatici. Noi procediamo al dispetto di quanto consiglia la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità: non facciamo eseguire il tampone solo ai sintomatici, ma anche a chi non presenta sintomi.
-Giornalmente si evidenziano in televisione e sui media il numero dei morti e dei contagiati. Qual è il ruolo dei media in questa vicenda?
-Si tratta di puro terrorismo mediatico. Noi rispetto a marzo abbiamo la percentuale di positivi sui tamponi praticamente di 4 soggetti per rapporto ai 30 di questa primavera. Per quanto riguarda i decessi in Italia ora per fortuna rappresentano soltanto lo 0,5%. Dall’inizio di ottobre fino alla fine del mese non vi è alcuna differenza nei dati.
E tutto ciò non dovrebbe avere un impatto su certi tipi di decisioni in merito alle chiusure. Se prendiamo il numero dei ricoveri e di chi finisce in terapia intensiva non c’è nulla da temere. Le terapie intensive non sono piene. Secondo quello che dice il primario del San Raffaele di Milano fortunatamente il 60% di questi pazienti sono in codice verde al pronto soccorso.
-In questi ultimi mesi secondo lei non era il caso di rafforzare le strutture ospedaliere, aumentare i posti letto nelle terapie intensive e assumere più personale?
-Lei ha perfettamente ragione, soprattutto nel nostro Paese dove c’è stato un dimezzamento dei posti nei reparti di terapia intensiva. Avendo avuto le notizie dell’epidemia cinese in Francia hanno raddoppiato i posti letto, cosa che noi abbiamo fatto se non aspettando il picco dell’epidemia.
Ricordiamoci dell’enorme dispendio di denaro pubblico, perché i tamponi costano e anche il fatto di aver aumentato in maniera eccessiva l’utilizzo di questi tamponi. Teniamo conto inoltre che per ogni paziente con Covid l’ospedale spende 2 mila euro al giorno.
-Quale strategie percorrere professore? Che ne pensa della cura con il plasma?
-Per quanto riguarda invece i gesti quotidiani per frenare la diffusione del virus si procederà con mascherina e distanziamento?
-Va utilizzato sempre un criterio logico. La mascherina è inutile se non c’è distanziamento. La mascherina deve svolgere una propria funzione in base a chi la porta. Si è sempre detto che la mascherina deve essere indossata dai soggetti già contagiati e dall’operatore sanitario. Gli Stati Uniti una volta che hanno approvato la sieroterapia con la Federazione del farmaco sono stati in grado di fornire a 35 mila operatori sanitari una sieroterapia come profilassi. Parliamo di un vaccino temporaneo.
-Non è la prima volta che il mondo si scontra con una pandemia, la medicina ha fatto passi da gigante nel frattempo. Perché con il Covid vediamo tutto questo terrorismo mediatico?
Inoltre assistendo a questo cosiddetto aumento della diffusione del Covid in compenso però non abbiamo prestato attenzione a tutta un’altra serie di malattie, come quelle cardiocircolatorie e quelle tumorali basate su una diagnosi precoce. Le cure e le diagnosi vengono ritardate e trascurate nei confronti del Covid che, tutto sommato, sappiamo come controllare.