"I paesi devono costruire un portafoglio di vaccini diversificato e il vaccino russo, Sputnik V, dovrebbe certamente essere tra questi". A pensarlo è il rinomato professore Nadey Hakim, vicepresidente dell'Accademia Internazionale di Scienze mediche e inviato del presidente dell'Imperial College, di ritorno da un evento organizzato dal Russian Direct Investment Fund (RDIF), dal Gamaleya National Center for Epidemiology and Microbiology e dall'Istituto Bering-Bellingshausen per le Americhe (IBBA)
In una lunga lettera inviata all'agenzia Iberoamerica Central de Noticias, Hakim espone le sue conclusioni riguardo il vaccino e lo stato dell'arte della ricerca nel contrasto alla diffusione dell'epidemia di COVID-19.
Il vaccino russo registrato dall'Istituto Gamaleya che prende il nome di Sputnik V è un vaccino pioniere e, come la missione spaziale dell'Unione Sovietica di cui porta il nome, rappresenta un grande passo della ricerca scientifica nella lotta contro il coronavirus.
La cosa più importante di un vaccino è che sia sicuro ed efficace e i dati relativi allo Sputnik V, assieme alle corrispondenti pubblicazioni rappresentano, secondo il professore, la prova che il vaccino russo ne dimostrano il risultato conclusivo di sicurezza ed efficacia.
"Il fatto che Sputnik V abbia questo risultato - spiega Hakim - pur utilizzando una piattaforma collaudata, basata su vettori adenovirali umani e uno schema di vaccinazione di richiamo avanzato attraverso due diversi adenovirus, lo rende ancora più impressionante".
Hakim si dice ottimista sulla ricerca dei vaccini. Anche la Gran Bretagna fa progressi con lo sviluppo del vaccino Oxford di AstraZeneca, anche se ha subito alcune interruzioni a causa di effetti collaterali imprevisti su alcuni volontari, ma complessivamente attraverso la cooperazione fra gli Stati, i risultati potrebbero arrivare molto presto.
"La mia opinione personale è che si spera di tornare alla normalità entro marzo 2021, ma credo ancora che il vaccino sarà di grande utilità e spero che sarà disponibile per tutti", sottolinea il professore dell'Imperial College.
La cooperazione sarà la chiave per il successo della lotta al COVID-19, che si potrà ottenere soltanto riuscendo a produrre il vaccino in maniera massiccia, facendolo arrivare in tutti gli Stati. I Paesi dell'America Latina, hanno stretto accordi per produrre il vaccino a livello locale, e questo sta accadendo anche in paesi come Cina, India, Brasile, Corea e Turchia.
Questo permetterà si esportare lo Sputnik V nei paesi vicini e oltre in futuro. L'accordo con i Paesi del Sud America è "molto incoraggiante", secondo Hakim.