Il presidente ha detto che l'Armenia all'epoca "ha sospeso" il riconoscimento dell'indipendenza del Nagorno Karabakh per "non complicare" i negoziati volti a risolvere il conflitto.
"Se non c'è luce alla fine del tunnel, se è chiaro che l'Azerbaigian, sostenuto dalla Turchia, rifiuta completamente il dialogo, allora, ovviamente, l'Armenia riconoscerà l'indipendenza del Karabakh", ha detto Sarkisyan in un'intervista al quotidiano russo 'Kommersant'.
Dalla mezzanotte locale di questa domenica è entrata in vigore una nuova tregua umanitaria nel Nagorno-Karabakh, la seconda finora in questa spirale di ostilità nell'area. Come dopo la prima, entrata in vigore il 10 ottobre, le parti in conflitto si sono accusate a vicenda di violare l'armistizio.
Yerevan sostiene che il nemico ha lanciato questa domenica un'offensiva nel settore meridionale, vicino al confine con l'Iran; da parte sua Baku ha denunciato gli attacchi armeni nelle aree di Agdara, Fuzuli, Hadrut e Jabrail.
Inoltre, durante la giornata sono state udite diverse esplosioni nella zona di Stepanakert, la capitale dell'autoproclamata repubblica del Nagorno-Karabakh i cui militari affermano di aver abbattuto una dozzina di droni azeri. Abbattuto anche un blindato Sandcat di fabbricazione israeliana in dotazione delle truppe di Baku.
Il 27 settembre sono nuovamente scoppiati scontri armati nel Nagorno-Karabakh, al centro del conflitto tra Yerevan e Baku da quando quel territorio, con una popolazione prevalentemente armena, decise di separarsi nel 1988 dall'allora Repubblica Socialista Sovietica dell'Azerbaigian.
Le ostilità, in cui le parti in guerra hanno utilizzato carri armati, artiglieria, aviazione e sistemi missilistici per la prima volta dalla guerra del 1992-1994, hanno causato centinaia di vittime militari e dozzine di vittime civili.
Baku ha perso il controllo del Karabakh e di sette distretti adiacenti dopo l'escalation delle ostilità tre decenni fa.
Per promuovere una soluzione negoziata al conflitto, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) ha istituito nel 1994 il cosiddetto Gruppo di Minsk, co-presieduto da Stati Uniti, Russia e Francia.
Il gruppo comprende anche Germania, Bielorussia, Finlandia, Italia, Svezia e Turchia, nonché Armenia e Azerbaigian, e la troika dell'OSCE, ovvero i paesi che rappresentano l'attuale, la precedente e la prossima Presidenza.
L'Azerbaigian insiste per riconquistare la sua integrità territoriale, mentre l'Armenia difende gli interessi dell'autoproclamata repubblica del Nagorno-Karabakh, che non fa parte dei negoziati.