In un clima politico di forte polarizzazione, si sfideranno non solo due candidati tanto diversi per stile e biografia come Donald Trump e Joe Biden, ma anche due visioni del mondo e della società antitetiche. Se il Partito Repubblicano trumpiano impugna gli stendardi del nazionalismo e della tradizione, il Partito Democratico appare espressione di una élite "politicamente corretta" desiderosa di rivoluzionare a fondo la società americana e l'intera civiltà occidentale. Perché, non bisogna mai dimenticarlo, ciò che succede in America regolarmente si ripercuote anche sull'Europa.

A poche settimane dal voto Sputnik Italia ha raggiunto per un approfondimento Daniele Scalea, co-autore del volume e presidente del think-thank Centro Studi politici e strategici Machiavelli.
— Daniele, nel vostro saggio voi partite dalla sorprendente vittoria di Donald Trump nel 2016. Qual è il bilancio di quattro turbolenti anni della sua presidenza? Potresti ricordare i maggiori successi e fiasco dell'attuale inquilino della Casa Bianca?
Ha poi completato un gran numero di nomine di magistrati, cosa importantissima negli Usa perché determina i futuri rapporti tra politica e sistema giudiziario (ad esempio i giudici di nomina democratica stanno facendo ostruzionismo a molti provvedimenti di Trump).
In terzo luogo, ha posto fine alla sequela di guerre e interventi armati che, dalla prima invasione dell'Iraq a inizio anni '90 arrivava fino all'attacco alla Libia nel 2011, coinvolgendo presidenti repubblicani e democratici in egual misura. Trump si è limitato a due azioni cosiddette "chirurgiche" in Siria e Iraq, senza però mai cercare regime change o guerre durature. Anzi, il suo sforzo è per ottenere il completo ritiro da Iraq e Afghanistan.
In termini di fiaschi, oltre all'incompleta sostituzione dell'Obamacare (il sistema sanitario creato dal predecessore), c'è ovviamente la gestione dell'epidemia. La Covid-19 ha colpito più duramente in altri Paesi, nessuno è esente da errori, ma Trump è stato massacrato da media ostili che non attendevano altro per attaccarlo.
— Corrispondente: E come sono cambiati gli USA in questo breve lasso di tempo? Quale America andrà a votare il 3 novembre?
— La gestione trumpiana dell’emergenza coronavirus è stata duramente criticata non solo negli USA ma anche nel mondo. Secondo te, quanto influirà la pandemia sulle scelte degli elettori, oppure il faro per il voto rimarrà comunque l’economia?
— Come abbiamo visto anche nelle recenti elezioni locali italiane, il coronavirus pesa eccome. Alla grave emergenza sanitaria ed economica si è aggiunta l'enfasi posta dalla grancassa mediatica: praticamente non si parla di altro. Per Trump è una debolezza, ma è pure vero che la scelta di Biden di minacciare nuovi lockdown può essere un boomerang: proprio come in Italia, anche in America sono pochi i cittadini che vogliono tornare indietro alla quarantena e alla serrata.
Trump: "Su gestione pandemia mi do 10 e lode in pagella"https://t.co/K7SWJuQphy
— Agi Agenzia Italia (@Agenzia_Italia) September 22, 2020
— Più di 4 milioni di americani hanno già votato. All’interno degli ultimi sondaggi c’è qualche indicazione prevalente o si preannuncia una testa a testa? Oppure ancora una volta, come è già successo durante le scorse elezioni, gli Swing States giocheranno un ruolo fondamentale?
— Quali sono, a tuo avviso, le principali incognite di questa campagna elettorale? Cosa ci aspetta nelle prossime settimane, in vista del voto di novembre?
— Il voto via posta. Gli Usa hanno regole imperfette che non garantiscono la piena regolarità del voto. Il voto postale rischia d'essere occasione per brogli massicci, presumibilmente a favore di Biden. Nel postelezioni potrebbe esserci una battaglia legale lunga e dolorosa.
— Il sottotitolo del libro parla per sé – “L’America e l’Occidente al bivio”. Come l'esito del voto americano potrebbe cambiare i rapporti tra gli Stati Uniti e l’Europa in generale e gli Stati Uniti e l’Italia in particolare?
— Trump è stato molto tiepido verso l'Ue e in particolare la supremazia franco-tedesca al suo interno. Biden sarà presumibilmente più vicino a Parigi e Berlino.
— E tra Washington e i suoi storici avversari Pechino e Mosca?
— E per quanto invece riguarda la politica interna: secondo te, chi di due candidati, Trump o il suo sfidante Biden, è capace di conciliare la coscienza frammentata della popolazione degli Stati Uniti?
— Gli Usa rimarranno un Paese molto diviso e conflittuale al suo interno, chiunque vinca. Ma mentre Trump cerca di resuscitare i simboli dell'identità comune, Biden e i democratici soffiano sul fuoco delle divisioni, raccontando alle minoranze che sono oppresse dal "razzismo sistemico" creato dai bianchi malvagi.