"Ne faremo altre mille... la prossima volta andrà bene, invece di 50 ne prendi 70". Queste sono le parole scambiate tra Michele Scilieri, il commercialista vicino alla Lega, e Alberto Di Rubba, ex presidente della fondazione Lombardia Film Commission e ex revisore dei conti del Carroccio alla Camera, durante una telefonata intercettata lo scorso maggio, durante la quale i due parlavano della "conclusione infelice dell'affare relativo alla fondazione e ai terreni", secondo quanto riportato dal gip di Milano, Giulio Fanales.
Nell'ordinanza di custodia cautelare si legge che i tre commercialisti colpiti dal provvedimento, Michele Scilieri, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, si troverebbero nelle condizioni di commettere "delitti della stessa specie", in quanto il gruppo ha "dimostrato una spiccata capacità organizzativa" basata su "legami interpersonali particolarmente stretti e risalenti nel tempo con un vincolo di solidarietà reciproca", con "perfetto riparto dei compiti" e "potenzialità operative.
L'arresto dei tre commercialisti vicini alla Lega
Nelle scorse ore tre commercialisti ritenuti vicini alla Lega sono finiti agli arresti domiciliari per il loro coinvolgimento nell’inchiesta della Procura di Milano sulla compravendita di un immobile a Cormano da parte della Lombardia Film Commission.
Ai tre interessati, Michele Scillieri, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, sono stati contestati i reati di peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. L'inchiesta corre parallelamente a quella della procura di Genova, sui 49 milioni della Lega.
Il leader leghista, Matteo Salvini, intervistato questa mattina a Radio Anch'io, su Radio Rai Uno, ha ribadito la sua fiducia nella magistratura e dichiarato che l'inchiesta finirà in un nulla di fatto.
"Siamo tranquillissimi. Da anni cercano soldi in Russia, a San Marino, in Svizzera: non ci sono", sono state le parole del segretario leghista.