Quest’anno, sulla scia dall’emergenza Covid, l’opinione pubblica è cambiata. Da un recente studio realizzato dall’Università della Valle d’Aosta e di Bolzano su un campione di più di 1500 intervistati risulta che la montagna sia “più sicura sia del mare che delle città”, e quindi più persone la sceglierebbero per le vacanze, facendo passeggiate solitarie per non incontrare troppa gente.

E allora tutti in montagna, con la mascherina o senza, e in città di villeggiatura come Cortina, Merano, Bressanone, Bolzano e altre, nelle strade principali si vede in giro più gente che in Corso Vittorio Emmanuele di Milano.
Di contro, le città d’arte sono deserte, tutte, Roma, Firenze, Milano; non si vedono le code all’entrata dei musei, che sopravvivono solo grazie a sponsorizzazioni e sovvenzioni. I ristoranti sono chiusi o semivuoti.
E il mare è davvero così “pericoloso” quest’anno? Seppure l’intenzione a giugno fosse di andarci di meno o di evitare, le spiagge risultano piene, in tutta Italia. Si parla quasi esclusivamente in italiano, quest’anno. I tedeschi e gli austriaci si sono spostati su Croazia e Grecia, i francesi e gli spagnoli sono rimasti a casa. Ai russi e agli americani non è stato permesso di visitare il Bel Paese. C’è un po’ più di distanza tra le sdraio in riviera Romagnola, ma è quasi la stessa calca e la stessa distanza di Forte dei Marmi (che era più di un metro anche negli anni precedenti). I prezzi sono saliti, ma il mare rimane sempre mare, sembra ancora la meta preferita degli italiani, soprattutto dei giovani.






