Uno studio inglese pubblicato sul prestigioso British Medical Journal (Bmj) rassicura le famiglie sul rientro in classe. Secondo quanto rilevato dagli scienziati, durante l'epidemia di COVID-19 in Gran Bretagna, il rischio di contagio fra bambini e ragazzi di tutte le fasce d'età è raro, mentre quello di morte è "infinitamente raro".
La ricerca, la più ampia sinora realizzata al mondo sull'incidenza del coronavirus fra i minori, indica che i contagi fra le fasce più giovani d'età rappresentano l'1-2% del totale, mentre le morti tra i più giovani sono solo l'1% dei casi, tutti pazienti con grave comorbilità.
Su 69.516 entrati negli ospedali di Inghilterra, Scozia e Galles dal 17 gennaio al 3 luglio 2020, solo 651 erano pazienti di età inferiore a 19 anni con SARS-CoV-2. L'età mediana dei bambini era di 4,6 anni, il 35% (225/651) aveva meno di 12 mesi e il 56% (367/650) era di sesso maschile. Il 18% dei bambini ricoverati ha avuto bisogno del supporto della terapia intensiva, il 9% ha ricevuto ventilazione non invasiva e il 9% ha ricevuto ventilazione meccanica invasiva.
La terapia intensiva è stata più frequente per i piccoli pazienti con gravi patologie pregresse. Solo sei bambini sono morti in ospedale, tre con età inferiore a 28 giorni e tre con età compresa fra 15 e 18 anni. I decessi sono tutti avvenuti in presenza di gravi comorbilità.
Gli scienziati Per bambini e ragazzi il rischio di un contagio grave di coronavirus a scuola è "raro", mentre quello di morte è "infinitamente raro". A rassicurare sulla ripresa delle lezioni in aula dopo i mesi di lockdown è uno studio inglese pubblicato sul prestigioso. La ricerca, la più ampia realizzata finora al mondo in materia, indica come il pericolo di un ricovero in ospedale vada considerato "minimo".
Rientro a scuola in sicurezza
Dinnanzi a questi dati le famiglie non devono avere timore a mandare i propri figli a scuola, dato il basso rischio di contagio in classe e di esito fatale in caso di positività.
I genitori "devono essere fiduciosi che rimandare i figli a scuola non significa esporli a un pericolo diretto", assicura Calum Sample, docente di epidemiologia pediatrica all'Università di Liverpool. Piuttosto non mandarli a scuola "vorrebbe dire, come sappiamo, danneggiarli e privarli di opportunità educative, con possibili conseguenze anche sulla loro salute mentale".
Dello stesso avviso Olivia Swann, ricercatore di malattie infettive infantili all'Università di Edimburgo e prima firmataria del lavoro affidato al Bmj, che rassicura sulla bassa probabilità di contrarre il Covid-19 fra i banchi di scuola.
"Nulla - osserva la Swann - è mai del tutto privo di pericolo. Ma io, come madre, come medico dei bambini e come ricercatrice, trovo i numeri di questo studio estremamente rassicuranti. E spero lo siano anche per tutti i genitori del Regno Unito".