Nel 2020 si celebrano i 50 anni delle relazioni italo-cinesi e l’Italia, pur legata alla NATO e all’Ue, potrebbe giocare nei suoi interessi la partita della cooperazione internazionale.
Non è casuale la scelta del ministro degli esteri cinese Wang Yi che parte da Roma per iniziare il suo tour di visite ufficiali in Europa: Roma e Pechino nel 2019 hanno firmato il famoso memorandum d’intesa sull’Iniziativa Belt and Road, provocando un gran grattacapo agli americani.

— Inizia dall’Italia il tour europeo del ministro degli esteri cinese Wang Yi. Roma-Pechino, si tratta di relazioni speciali rispetto ad altri Paesi Europei?
Ma la Cina non intende lavorare per approfondire le divergenze che ci sono in seno all’Unione Europea, cosa che, per inciso, non aiuterebbe l’Italia in questo momento. Questo messaggio è esplicito nelle parole del capo della diplomazia cinese, nel corso della conferenza stampa a Villa Madama: la Cina guarda alla diplomazia europea come ad un partner affidabile ed in grado di fare da argine ai venti di unilateralismo, protezionismo e “nuova guerra fredda”.
A partire da questa cornice l’Italia può però giocare le sue carte: spesso il nostro Paese soffre dell’iniziativa politica di Francia e Germania verso la Cina (e non solo). Questa special relation italo-cinese rafforzata dalla firma del MoU sulla Via della Seta, può fornire, se ben agita politicamente, frecce all’arco dell’azione diplomatica italiana, che ha il compito di recuperare i ritardi accumulati sul terreno delle relazioni bilaterali commerciali.
— Fra i nodi principali della visita c’è sicuramente il 5G. La posizione in merito dell’Italia è chiara?
Con il discorso del Segretario di stato Usa Mike Pompeo sul “Clean network” è evidente il progetto politico di colpire (contro le ragioni economiche e tecnologiche) le compagnie cinesi operanti nel settore ed all’avanguardia nell’implementazione del 5G. L’Italia deve quindi scegliere, non tra Usa e Cina, ma tra una decisione politica (in pieno spregio anche al principio della libera concorrenza) subalterna ad interessi statunitensi ed una politica che, salvaguardando gli interessi nazionali, ponga sì tutti gli operatori - cinesi e non - al vaglio delle nostre strutture tecniche. Garantendo poi però la libertà di scelta rispetto alle migliori infrastrutture e le migliori società tecnologiche capaci di fornire le migliori infrastrutture necessarie per ammodernare il Paese. La scelta politica, pertanto, è se accettare il gioco della torre “Usa vs Cina”, oppure cambiare schema di gioco e scegliere, tra tutte le opzioni in campo, quella che è più utile al paese.
— Quali sono le opportunità della cooperazione italo-cinese per l’Italia e per le imprese italiane?
— Qual è il ruolo dell’Italia nella «guerra» fra Cina e Stati Uniti?