Sta facendo molto scalpore la notizia riportata dalla Repubblica diffusa dalla Centrale antifrode dell’Inps che, analizzando i dati di quanti hanno richiesto i vari bonus e indennizzi previsti dai decreti salva Italia di questi mesi, ha scoperto che anche 5 parlamentari e un conduttore televisivo hanno richiesto l’indennizzo previsto per le partite Iva.
Da un punto di vista normativo e legale, hanno fatto notare gli “007 dell’Inps” non vi è stata alcuna violazione, perché potevano fare richiesta dell’indennizzo.
Ma la politica e l’opinione pubblica si indignano. Primo fra tutti il presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, che sull’accaduto ha parlato di una vera “vergogna”.
“Questi deputati chiedano scusa e restituiscano quanto percepito. È una questione di dignità e di opportunità. Perché, in quanto rappresentanti del popolo, abbiamo degli obblighi morali, al di là di quelli giuridici. È necessario ricordarlo sempre”, ha scritto Fico.
Il viceministro dell'Economia Laura Caselli parla di mancanza di senso della misura e dice:
“Quando abbiamo pensato a questi provvedimenti, li abbiamo scritti per aiutare chi davvero stava soffrendo, chi si era ritrovato di colpo in difficoltà, chi ne aveva bisogno davvero.”
Sulla questione è intervenuto anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che attraverso Facebooks ha reso pubblica la sua indignazione.
“Oggi La Repubblica parla di 5 parlamentari, di 5 poveri furbetti che durante la pandemia hanno avuto il coraggio di avanzare richiesta allo Stato per avere il bonus di 600 euro riservato ai lavoratori autonomi e alle partite Iva in difficoltà. Evidentemente non gli bastavano i quasi 13mila euro netti di stipendio al mese, non gli bastavano tutti i benefit e privilegi di cui già godono. È vergognoso. È davvero indecente”, si legge nel post.
"I nomi di queste 5 persone sono coperti dalla legge sulla privacy. Bene, siano loro allora ad avere il coraggio di uscire allo scoperto. Chiedano scusa agli italiani, restituiscano i soldi e si dimettano, se in corpo gli è rimasto ancora un briciolo di pudore", ha sottolineato Di Maio.
Oltre i 5 furbetti di Montecitorio, come li ha definiti La Repubblica che per prima ha dato la notizia, vi sarebbe anche un “noto conduttore televisivo”, ha riferito il Tg1 delle ore 13.30.