La richiesta di Vittorio Feltri non potrebbe essere più chiara, esplicita e dura contro una certa parte non solo politica, ma anche dell’opinione pubblica italiana in realtà.
“L'unica speranza di salvezza è che Salvini torni a menare il torrone e tenga lontana da noi l'orda dei selvaggi imperversanti e incontenibili. Invece che processare il capo della Lega lo isserei di imperio a Palazzo Chigi al posto del foggiano amico di Casalino.”
Perché dice questo il direttore, perché “un branco di migranti a Lampedusa” è entrato in una masseria ed ha rubato galline, capre e anche un cagnolino per mangiarseli.
Quello che ha disgustato e, diciamocelo pure, fatto arrabbiare il direttore di Libero è il fatto che sia stato arrostito anche il cane della signora derubata.
“Questo per noi occidentali, italiani in particolare, è ripugnante” e Feltri cita anche il caso del gatto abbrustolito pubblicamente da un immigrato di colore che aveva fame e che non aveva trovato altro da mangiare durante i mesi del lockdown.
“Non lo tolleriamo – scrive Feltri – e ci ribelliamo e invochiamo severe pene per coloro che, infischiandosene dei nostri costumi (non del tutto) civili, accoppano bestiole di affezione allo scopo di divorarle.”
La richiesta di Feltri è che “chi viene abusivamente da queste parti sarebbe almeno obbligato a rispettare il nostro modo di vivere”.
Accomodatevi in Africa
Feltri chiede di accomodarsi in Africa non tanto ai migranti, ma a chi ai migranti vuole dare ospitalità e non lo dice con parole carine, ma secondo il suo stile.
“A coloro che non bloccano l'invasione dei neri e similari direi semplicemente che ci hanno rotto le scatole e gradiremmo si accomodassero in Africa a nutrirsi di lucertole, insetti e a dormire nelle capanne acconce alla loro attitudine umana.”