Il corrispondente studio è stato pubblicato sul portale BMC Medicine.
Gli esperti del Centro per la ricerca cardiovascolare della Icahn School of Medicine sul Monte Sinai hanno analizzato le cartelle cliniche di 7.614 persone. Hanno preso in considerazione il rapporto tra la temperatura del paziente al momento del ricovero e l'ulteriore decorso della malattia.
I ricercatori hanno concluso che la temperatura corporea durante l'infezione del coronavirus può indicare il rischio di morte. Allo stesso tempo sia le temperature troppo alte che troppo basse si sono rivelate pericolose: se la temperatura supera i 40 °C, il 42% dei casi ha avuto poi esito letale, mentre con temperatura inferiore a 35,5 °C i decessi si sono registrati con una frequenza del 44%.
Gli scienziati sottolineano che il monitoraggio della temperatura corporea è un importante modo non invasivo per prevedere i possibili rischi nei pazienti con coronavirus.