Nel 2014 una nave mercantile, la Rhosus, battente bandiera della Repubblica di Moldova, trasportava nitrato di ammonio tra Georgia e Mozambico. Venne fermata al porto di Beirut perché, a quanto pare, ritenuta non in grado di navigare in sicurezza. Pare che avesse violato alcuni standard e l’equipaggio, marinai russi e ucraini, venne rimpatriato. Il fertilizzante chimico invece rimase in Libano, sequestrato.
Pare quindi che per tutto questo tempo una pericolosa sostanza chimica sia rimasta stoccata in un semplice deposito del porto, vicino per altro ad un magazzino di fuochi di artificio, in una città per altro che in estate raggiunge temperature ragguardevoli.
A complicare la posizione delle autorità del Paese arriva la testimonianza riportata oggi dall’Agenzia NOVA, secondo la quale il direttore delle Dogane di Beirut, Badri Daher, avrebbe dichiarato quanto segue:
“La magistratura libanese era stata informata per ben 6 volte della pericolosità del nitrato di ammonio immagazzinato nel porto e le dogane avevano chiesto più volte di esportarlo”.
Lo stesso funzionario avrebbe poi aggiunto che, nonostante le reiterate richieste, l’autorizzazione non sarebbe mai avvenuta. Daher ha inoltre confermato che proprio accanto al nitrato di ammonio stoccato vi era anche un deposito di fuochi d’artificio.
Contestualmente il Primo Ministro Hassan Diab ha dichiarato inaccettabile la presenza di un carico di nitrato di ammonio, stimato intorno alle 2.700 tonnellate, rimasto incustodito per sei anni in un magazzino.