"L’onorevole Salvini continua a comportarsi da mentitore seriale, sostenendo che quando lui era ministro ‘non c’erano più sbarchi’: nulla di più falso". Così il sindaco di Lampedusa, Totò Martello commenta le dichiarazioni di Matteo Salvini, che giovedì si è recato all'hotspot dell'isola.
"E venuto adesso - osserva- per pura propaganda politica, comportandosi come un pericoloso ‘giullare di piazza’ che fomenta odio e rabbia".
Lo stato di emergenza
Martello ribadisce la necessità di proclamare lo stato di emergenza sull'isola di Lampedusa, per rendere più efficace la gestione degli sbarchi, avvenuti ininterrottamente nelle ultime ore, e lancia un ultimatum all'esecutivo.
"Se il governo non proclamerà lo Stato di emergenza per Lampedusa lo farò io. L'hotspot non può accogliere migranti, la responsabilità non può ricadere sui lampedusani", avverte il sindaco, preoccupato per gli sbarchi senza sosta.
"Oggi non ci saranno trasferimenti in traghetto verso Porto Empedocle - dice - e intanto i barchini provenienti dalla Tunisia stanno continuando ad approdare sull'isola".
Nelle scorse settimane il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, si è recato assieme all'assessore alla Salute, Ruggero Razza, a Lampedusa e ha chiesto lo stato di emergenza. Lunedì il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, ha incontrato il sindaco Martello durante la sua visita a Lampedusa.
La visita di Salvini
Giovedì pomeriggio Matteo Salvini è giunto a Lampedusa ed ha visitato l’hotspot dell’isola per rendersi conto di persona della situazione.
“Come potete vedere la situazione è drammatica, ci sono 800 persone invece di 190, quasi tutti adulti, maschi, giovani, in forma e belli robusti”, ha scritto su Twitter postando alcune foto dell’interno dell’hotspot.
Qui hotspot di #Lampedusa.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) July 23, 2020
Come potete vedere la situazione drammatica, ci sono 800 persone invece di 190, quasi tutti adulti, maschi, giovani, in forma e belli robusti. (1/2) pic.twitter.com/RwJcQeF3NM
La risposta di Totò Martello all'affondo del leader leghista, non è tardata ad arrivare.
"Io poveretto? ebbene sì, forse lo sono: mio padre era pescatore, mi ha insegnato ad andare per mare quando ero ancora un ragazzino. Non frequento lidi balneari alla moda in giro per l’Italia, non mi sono arricchito con la politica e vivo ogni giorno insieme ai miei concittadini, nella mia Lampedusa. Sono un pescatore, e sono orgoglioso di esserlo. Lui invece si fa chiamare ‘capitano’, ma capitano di cosa?".