Il terremoto giudiziario in Vaticano non si arresta, l’opera di “pulizia” voluta da papa Francesco prosegue e proprio dietro sua autorizzazione sono stati sequestrati i computer e acquisiti i documenti della Fabbrica di San Pietro.
Avvenuto il cambio al vertice della Fabbrica con la nomina di un commissario straordinario, monsignor Mario Giordana, giusto ieri, quest’oggi il neo commissario ha chiesto al Santo padre la possibilità di effettuare l’operazione di indagini giudiziaria sequestrando documenti e supporti digitali necessari alle indagini.
L’azione intrapresa, riporta VaticanNews, è frutto “della recente promulgazione del Motu Proprio Sulla trasparenza, controllo e concorrenza nelle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”.
Il commissario e la commissione
Monsignor Giordana non opererà in solitaria ma sarà “coadiuvato da una commissione” che lo supporterà nello svolgimento di “questo delicato compito”.
La segnalazione del Revisore Generale
Ad ogni modo l’azione giudiziaria intrapresa quest’oggi è frutto di una segnalazione da parte degli uffici del Revisore Generale e autorizzata con decreto del Promotore di Giustizia del Tribunale presente tra le mura del Vaticano.
Il decreto è stato firmato dai magistrati Gian Piero Milano e Alessandro Diddi, previa informativa alla Segreteria di Stato, si apprende da VaticanNews.
La Reverenda Fabbrica di San Pietro
La Reverenda Fabbrica di San Pietro ha il compito di gestire le opere di edilizia necessarie a gestire la Basilica di San Pietro, il colonnato e qualsiasi altro edificio presente tra le mura vaticane o di sua appartenenza.