Forze norvegesi in Iraq avvertono rischio ritorno Daesh approfittando della crisi COVID-19

© Foto : VOA / Daesh fighter
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Le forze militari norvegesi in Iraq avvertono che i terroristi del Daesh* (ISIS / ISIL) starebbero approfittando delle sfide imposte dal nuovo coronavirus e che il gruppo sarebbe in procinto di ricostituirsi e riorganizzarsi.

I terroristi di Daesh rimangono per lo più nelle aree agricole e non sono particolarmente esposti o colpiti dall'infezione, avvertono dal quartier generale delle forze norvegesi, tramando ed eseguendo nuovi atti di terrorismo usando le tattiche "colpisci e scappa".

"È un paradosso che il virus che pacifica gli altri abbia portato a un boom per il Daesh, con ulteriori attacchi terroristici", ha detto il tenente colonnello Stein Grongstad al quotidiano Verdens Gang.

"Riteniamo che abbiano una strategia di attacco che consiste in una migliore pianificazione e che stiano prendendo di mira in modo specifico le forze irachene che non sono attualmente coordinate nella stessa misura di prima che il virus colpisse. Daesh fa uso di bombe a distanza, possiede esplosivi avanzati e utilizza armi più pesanti. Sanno anche come utilizzare il terreno nelle aree di confine a proprio vantaggio. Ad aprile, ci sono stati 20 attacchi di Daesh contro le forze irachene nella sola provincia di Anbar", ha detto Grongstad.

Il battaglione norvegese Telemark è di stanza in Iraq per addestrare i soldati iracheni ad affrontare la minaccia terroristica. Negli ultimi mesi, non sono stati in grado di avere un contatto fisico con l'esercito iracheno a causa delle misure necessarie a limitare la diffusione della pandemia, mentre Daesh è rimasto principalmente nelle aree agricole e non è particolarmente esposto all'infezione.

Inoltre, molti prigionieri sono stati rilasciati dalle carceri, compresi simpatizzanti del Daesh. Secondo Verdens Gang, Daesh sta ricevendo nuove reclute da ex detenuti e ha aperto campi profughi.

Un generale iracheno ha sottolineato che Daesh ha cellule dormienti che effettuano attacchi prima di scomparire di nuovo e usano la cosiddetta strategia "colpisci e scappa".

“L'Iraq è sotto pressione da più punti di vista. Il Paese era già sotto pressione finanziaria e versava in una seria crisi politica, ora è arrivato anche il coronavirus. Daesh sta utilizzando tutte le opportunità per diffondere il proprio terrore”, ha detto al quotidiano Klassekampen il generale Tahseen al-Khafagy, portavoce del comando iracheno per le operazioni congiunte.

Secondo al-Khafagy, i gruppi Daesh sono "insignificatamente piccoli", ma basano le loro attività su attacchi individuali.

“Daesh rappresenta una minaccia anche se l'organizzazione viene sconfitta territorialmente. Sia Daesh che al-Qaeda* stanno prendendo piede più facilmente dove manca il controllo del Governo o dove prevale l'instabilità”, ha dichiarato il ministro degli Esteri norvegese Ine Eriksen Søreide all'inizio di questa primavera, ammettendo che temeva il ritorno di Daesh.

Secondo Michael Krona, autore di "The Media World of ISIS", questa primavera ha visto un aumento significativo dell'attività jihadista online.

​Daesh, che si definisce "Stato islamico", è il gruppo estremista che nell'estate del 2014 aveva preso controllo di gran parte dell'Iraq e della Siria proclamando la nascita di un califfato islamista. Al suo apice aveva il controllo su un terzo del territorio iracheno, ma i terroristi furono sconfitti, avendo perso Mosul in Iraq e Raqqa in Siria. In seguito alla sconfitta del Daesh, decine di migliaia di loro soldati furono catturati e trattenuti nel campo di al-Hol in Siria.

Secondo il Center for Strategy and International Studies (CSIS), un think tank con sede a Washington, ci sarebbero attualmente tra i 20.000 e i 25.000 soldati Daesh in Iraq e Siria.

* Daesh (ISIS / ISIL / "Stato islamico") e al-Qaeda sono organizzazioni terroristiche bandite in Russia

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