Il tema sullo sviluppo degli anticorpi da parte di chi contrae il nuovo coronavirus, è un argomento che interessa non solo la scienza ma anche le autorità di governo per le sue ricadute sociali sulla riapertura delle attività e la libera circolazione delle persone sul territorio nazionale.
Ora interviene uno studio preliminare condotto dal biochimico clinico Mario Plebani, ex presidente della Scuola di medicina di Padova, e ripreso dall'Ansa, secondo cui su 131 accertamenti completati in 35 giorni il suo team di ricerca sarebbe riuscito a definire al 100% il movimento delle immunoglobuline IgG, che sono quelle che indicano la reazione degli anticorpi al virus nella fase più avanzata della malattia.
I test non sono completi e ne serviranno ben 100mila per avere una maggiore accuratezza, tuttavia dalla prima fase preliminare si evince che tutti i casi analizzati hanno mostrato uno sviluppo della risposta immunitaria al virus entro 10 giorni dal contagio.
L'immunizzazione potrebbe durare 6 anni
Il professore Plebani ipotizza che se la risposta immunitaria alla malattia Covid-19 è analoga a quella della Sars del 2002-2004, allora gli anticorpi agiscono fino a 6 anni e in quantità decrescente dopi i primi 3 anni.
Infatti il nuovo coronavirus è molto simile a quello della epidemia del 2002 – 2004, tanto che il suo nome scientifico è Sars-CoV-2.
La patente di guarigione
Il professore è uno di quelli che lavora alla ‘patente di guarigione’ che il governatore Zaia vorrebbe istituire nella Regione Veneto, per consentire a chi ha contratto la malattia ed è guarito (due tamponi risultati negativi) di poter tornare subito a lavorare.
La patente di guarigione servirebbe in un certo senso anche a dire che quella persona è ormai immune e contribuisce all’immunità di gregge nel contesto lavorativo.
Ma il vaccino è la risposta più efficace ad ogni esigenza presente e futura, e si spera arrivi presto.