Banca d’Italia ha pubblicato uno studio curato dai suoi ricercatori in cui pone in evidenza i rischi di aggravare la condizione precaria delle famiglie europee già povere.
Alle già precedenti difficoltà economiche, scrivono i ricercatori di Banca d’Italia, si aggiunge la chiusura di gran parte delle attività produttive e questo crea per molte famiglie la mancanza del reddito necessario a fare fronte al quotidiano.
“L’adozione di misure di contenimento incide sulla normale capacità reddituale e, in mancanza di interventi pubblici adeguati e tempestivi, le famiglie devono affidarsi alle loro risorse finanziarie per fare fronte alla caduta del reddito e mantenere uno standard di vita adeguato. Il benessere materiale, infatti, dipende da tutte le risorse economiche a cui una famiglia può attingere per soddisfare le sue esigenze, siano esse attese o inattese.”
Ne consegue che le famiglie con basso reddito, quelle dove il percettore del reddito principale aveva un lavoro precario prima del lockdown o è un lavoratore in proprio, rischiano pesantemente gli effetti della situazione attuale.
Le famiglie europee sono capaci di resistere agli shock negativi?
I ricercatori fanno riferimento allo studio del 2016 della Bce sui bilanci delle famiglie europee per capire quanto queste ultime possono essere resilienti allo shock economico causato da questa crisi.
La situazione delle famiglie europee risalente al 2016 ci presenta una situazione in cui solo tre Paesi europei hanno una quota di famiglie povere sotto la soglia del 30%. Mentre tutti gli altri Paesi sono oltre, anche se con molti distinguo.
L’Italia, la Spagna e la Francia sono tra il 40 e il 45% delle famiglie con problemi ad affrontare uno shock economico grave. La Germania è poco sotto il 35%.
Paesi come la Grecia e l’Ungheria hanno una popolazione finanziariamente povera compresa tra il 70% e il 75% secondo i dati Bce del 2016.
Settimane pesanti per le famiglie europee
“La diffusa sospensione dell’attività economica causata dalle misure di contenimento adottate pressoché ovunque nel mondo inciderà significativamente sulla capacità delle famiglie europee di fare fronte autonomamente alle proprie esigenze economiche nelle settimane a venire”, questa la conclusione dello studio di Banca d’Italia.