L'uso di rudimentali maschere protettive è attestato a partire dal XIV secolo quando i medici, durante le epidemie, iniziarono a indossare particolari maschere a forma di becco. L'idea fu proposta nel 1619 da Charles de Lorme, medico di Luigi XIII. Lo scopo della maschera era di tener lontani i cattivi odori, all'epoca ritenuti una causa scatenante delle epidemie, preservando chi l'indossava dai contagi.
Nel 1940 a Londra i cinegiornali titolavano “Sai indossare la tua maschera antigas?”. La maggior parte della popolazione britannica ne possedeva una. Ma la paura di attacchi chimici colpiva tutto il continente europeo.
Oggi a causa dell'emergenza del coronavirus il mercato nero delle mascherine si alimenta ogni giorno di più. A Napoli un alimentari vendeva mascherine tra pane e latte con rincari del 1200%. Le autorità spiegano che le mascherine vendute attraverso i canali illegali non sono a norma perché realizzate con materiali inefficaci contro qualsiasi virus. Indossare una mascherina acquistata presso canali non autorizzati espone l’utilizzatore a rischi elevati, perché questi crederà di avere sul volto un dispositivo efficace quando nei fatti non lo è.
Le uniche mascherine davvero efficaci contro il nuovo coronavirus sono quelle con livelli di protezione FFP2 ed FFP3 e vanno acquistate presso canali sicuri, perché è facile stampare sul tessuto tali sigle.















