Non colpisce solo gli anziani ma anche i più giovani il nuovo coronavirus, e porta come conseguenza più grave a una polmonite che compromette entrambi i polmoni (bilaterale) e crea per questo una insufficienza respiratoria che può rivelarsi letale a qualsiasi età.
A Bergamo i trentenni con polmonite da Covid-19 sono 1.800, lo riferisce la dottoressa Paola Pedrini segretaria regionale della Federazione medici di famiglia Lombardia (Fimmg) a Rainews.
La dottoressa Pedrini riferisce che a Bergamo i medici di famiglia sono 600 e ciascuno di loro ha in cura almeno 3 trentenni con polmonite causata da Covid-19.
Da Bergamo a Lipsia
Intanto sono arrivati a Lipsia i primi pazienti della terapia intensiva del Giovanni XXIII di Bergamo. Fanno parte di un primo gruppo di 8 pazienti, a cui seguiranno altri 10 che raggiungeranno la città di Dusseldorf.
I primi 2 pazienti sono arrivati in Sassonia dalla Lombardia ieri notte. Altri 6 stanno per essere trasferiti. Lottiamo tutti uniti contro #COVID19 #insiemecelafaremo 🇮🇹🇩🇪🇪🇺 @MPKretschmer @AuswaertigesAmt @ItalyMFA @ItalianAirForce pic.twitter.com/Eddn3Bx1es
— Germania in Italia (@GermaniaItalia) March 24, 2020
Questo è l’aiuto concreto offerto dalla Germania all’Italia per alleggerire gli ospedali lombardi sovraccarichi di pazienti da giorni.
A Bergamo gli specialisti dalla Russia
E dalla Russia a Bergamo sono giunti anche gli specialisti russi, medici che hanno esperienza di epidemie a livello internazionale e che lavoreranno in equipe con i medici italiani dei vari ospedali bergamaschi.
Il sacerdote che ha donato il suo ventilatore
A Casnigo, piccolo comune della provincia di Bergamo, don Giuseppe Berardelli, arciprete della locale parrocchia, ha compiuto un gesto eroico che i fedeli giudicheranno sicuramente evangelico.
Don Giuseppe nei giorni scorsi si è ammalato di Covid-19 ed era in condizioni gravi. I suoi fedeli avevano fatto una colletta ed erano riusciti a comprargli un respiratore, riporta il Bergamonews. Il sacerdote, ricoverato presso il locale ospedale di Lovere, ha rinunciato al respiratore per consentire a persone più giovani di lui di utilizzarlo e continuare a vivere.
Don Giuseppe Berardelli è così morto, donando ad altri la vita.