Secondo i dati raccolti attraverso il progetto europeo Copernicus, nelle ultime quattro o cinque settimane, la concentrazione di protossido di azoto (N2O), uno dei principali gas ad effetto serra, si è ridotta settimanalmente del 10% in Italia settentrionale, contemporaneamente all'aggravamento della situazione con il coronavirus nel Belpaese.
Il protossido di azoto (N2O) è il terzo gas serra più rilevante. Viene emesso durante la produzione e nell'uso di fertilizzanti minerali, nell'industria chimica e in agricoltura. Questo gas è responsabile del 6% del riscaldamento globale.
Il progetto Copernicus analizza quotidianamente le concentrazioni orarie di inquinanti atmosferici. Secondo i ricercatori, sebbene non vi sia una chiara tendenza durante le prime cinque settimane dell'anno, si può notare un trend al ribasso della concentrazione di N2O nell'aria, a partire dalla sesta settimana del nuovo anno e continua ancora oggi.
La concentrazione media di N2O da gennaio alla prima metà di marzo si è di fatto dimezzata. Una tendenza simile si osserva a Milano, Torino e Bergamo. Nell'Italia orientale e al centronord, in particolare a Bologna e Venezia, in aggiunta la concentrazione di polveri sottili è diminuita della metà.
In Italia 27.980 contagiati totali dall'inizio dell'emergenza Covid-19
Il numero dei casi totali del coronavirus in Italia, comprensivo di guariti, infettati e deceduti, è di 27.980. Questo dato, insieme al numero complessivo di guariti, deceduti e malati da Covid-19, è stato reso noto ieri dal capo della Protezione Civile Angelo Borrelli nella ormai consueta conferenza stampa serale per fare il punto della situazione sull'emergenza coronavirus in Italia.